La dama di picche

Tra le opere di Tchaikovskij questa è forse la più nota dopo Eugenij Onegin.
Herman ama perdutamente una ragazza nobile e, non potendola avere, desidera morire senza conoscerne il nome. Ma ecco che mentre confida le sue pene ad un amico la ragazza compare ed è la promessa sposa del principe! Sua nonna, la dama di picche, vendette il suo onore per tre carte che le fecero guadagnare una fortuna al tavolo da gioco. Herman riesce a conquistare i cuore di Liza, la fanciulla, ma l’ossessione delle tre carte lo perseguita… ne brama il segreto, al punto da causare la morte della dama di picche e perdere l’amore della protagonista. Anche le carte infine lo tradiscono: invece della mano vincente Herman si trova in mano una… dama di picche.
Herman sembra anelare disperatamente sempre e solo a ciò che non può avere e non è capace di apprezzare e serbare ciò che ottiene. La sua corsa folle e dannata verso l’autodistruzione trascina con sé le sue conquiste, in un vortice musicale di spendida fattura, ricco di melodie colorate. Accanto a brani classici e rivisitazioni colte di valzer e minuetti, si distinguono alcuni stralci di canzoni corali russe, frutto di una lunga ricerca sul filo della tradizione popolare, espressa anche nell’Onegin. Nonostante la difficoltà del seguire un'opera in lingua slava, mantiene vivo l'interesse nello spettatore. Gradevolissima.

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