In the cut

Nevicate di petali di fiori e pattinatori resi poetici da una fotografia un po' flou sembrano il promettente proemio ad un film onirico e intimista. Ci rassicurano anche la colonna sonora e il nome della regista, la neozelandese Jane Campion, già nota per opere ambigue e suggestive come Lezioni di piano e Ritratto di signora. La realtà purtroppo è miserevolmente deludente: non c'è trama, non c'è pathos, non c'è movente: solo uno pseudoerotismo malsano e disturbante, propinatoci pretestuosamente e senza sosta.
A proposito degli attori: tutt'altro che memorabile Mark Ruffalo, poliziotto col sex appeal di un caprone misogino, sprecato Kevin Bacon, ridotto ad una macchietta con ridicolo cagnetto al seguito, e orribile Meg Ryan, con il viso tumefatto (un uso imprudente di silicone?) e i seni trascinati verso il baratro dalla forza di gravità. Sconosciuta ai più la sorella prostituta della protagonista -d'altra parte quale professoressa di lettere con ambizioni di fine linguista non conta tra la più stretta cerchia parentale una prostituta!
Insomma, una catastrofe. Orrido.

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