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Visualizzazione dei post da 2011

Anche se è amore non si vede

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Salvo e Valentino questa volta cambiano location, sono emigrati nella mia Torino dove guidano un autobus a due piani per turisti stranieri. Mentre Salvo è cinico e sardonico, anche se solo in superficie, Valentino è disgustosamente melenso e soffoca la fidanzata Gisella con attenzioni eccessive, che si estrinsecano di solito con regali di gusto orribile, rigorosamente in forma di cuore, dagli orecchini, agli stencils sul muro. Gisella, estenuata, chiede a Salvo di comunicare a Valentino che lo sta per lasciare; Salvo dal canto suo ha difficoltà a trovare il coraggio di perforare la nuvola rosa in cui l'amico naviga, molti metri al di sopra del suolo, ed è frequentemente distratto dai suoi intenti dal contemporaneo tentativo di far breccia nel cuore di Natasha, la loro guida russa. Ma una sua vecchia amica appena tornata dagli States si è resa conto che gli vuole bene... Da queste premesse parte la nuova commedia degli equivoci di Ficarra e Picone, il migliore duo comico in circolaz

I Watsons

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Secondo inedito di Jane Austen, è un cominciamento abbozzato di un libro che si prospettava interessante come Pride and Prejudice , ma triste come Mansfield Park . Emma è giovanissima e ha vissuto gli ultimi quattordici anni in compagnia di una zia raffinata e facoltosa. Come accade, però, talora, un rivolgimento della sorte la fa ripiombare nella miseria economica ed intellettuale, in seno alla sua famiglia d’origine che non tarda a farle pesare come ella sia un’ulteriore e inutile bocca da sfamare, in un mondo in cui primo dovere di una donna è combinarsi un matrimonio vantaggioso. In mezzo a sorelle poco incoraggianti, Lord presuntuosi e bellocci, giubbe rosse piene di insulse mostrine e affascinanti poco di buono, sarebbe riuscita la nostra eroina –possibilmente in compagnia della sua nuova unica amica Mary- a trovare un buon partito da amare? Considerata la penna, scommetterei sul sì, ma mai nessun inizio mi era sembrato meno ottimista di questo, che rispecchia alquanto le diffico

Tomboy

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Appena trasferitasi in una banlieue medio-borghese della periferia parigina, Laure si sente a suo agio soprattutto in casa, con la sorellina Jeanne, la mamma incinta di nove mesi e un sensibile papà che "lavora col computer". La vita all'esterno del microcosmo familiare è un po' più difficile invece, fra continui traslochi e una la propensione verso uno stile di vita " tomboy " che doeva già aver messo in ansia la mamma in tempi precedenti. Scambiata per un maschio da una vicina di casa, Laure si ribattezza Michael e vive l'agosto dei suoi dieci in un limbo di confusione di genere, stringendo un legame affettuoso con Lisa. Dopo qualche tempo Jeanne viene a conoscenza della menzogna, ma dimostrandosi il personaggio secondario più vitale e sveglio di tutto il film, la copre, per permettere finché è possibile alla sorella di manifestarsi nella forma in cui si sente più a suo agio. La definizione di genere e della preferenza sessuale è un percorso lungo e sp

Calvin & Hobbes

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Calvin è il figlio che nessuno vorrebbe avere: perennemente in disordine, ignorante, arrogantello, maschilista in erba, croce dei suoi genitori e, soprattutto, combinaguai all’ennesima potenza. Hobbes, al contrario, è il tigrotto che tutti vorremmo adottare: è un pupazzo di pezza che tollera il lavaggio in lavatrice, ma quando è solo con Calvin diventa il suo compagno di giochi, confessore, filosofo privato anti-umanista-filo-felino, difensore, complice e torturatore (quando si apposta per tendergli agguati semi-assassini). Com’è che due genitori apparentemente normali, una letterata e un ingegnere dell’Ufficio Brevetti, hanno concepito un figlio così disfunzionale, dall’immaginario sorprendentemente catastrofico? Ce lo spiega l’autore, in uno dei tanti volumi-strenna usciti per qualche ricorrenza: la natura di Calvin, così come quella di Hobbes, non riguarda né una peste con una patologia da iperattività né un animale parlante di stampo Carroliano, ha piuttosto a che fare con la diff

Midnight in Paris

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Finalmente Woody Allen ha trovato un attore che lo rimpiazza efficacemente, ed è credibile nel portare avanti la sua poetica di ricerca filosofica, psicologica e metafisica. Gil (Owen Wilson) sta visitando Parigi con la fidanzata Ines, mentre cerca di finire il suo romanzo. Di solito vive a Holliwood, dove è sceneggiatore molto apprezzato, ma vorrebbe fuggire nell'età dorata della parigi Anni Venti; come per miracolo, una sera in cui tenta di sfuggire al pedantissimo amico della compagna, si ritrova ad un party, circondato da Zelda e Scott, Cole, Ernest, Pablo e Gertrud, Salvador e Louis. Ovvero, Fitzgerald e consorte, Porter, Hemingway, Picasso Stein, Dali e Bunuel. Ah, dimenticavo Man Ray. Di giorno Gil continua la vita "reale", con cui si scontra acremente, e di notte trova rifugio nell'oro dei Twenties e nei riccioli bruni di Adriana, musa degli artisti (Marion Cotillard), finché costei non gli rivela la nuda verità, cosi facilmente invisibile agli occhi: nessuno

The quiet american

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Thomas Fowler è un giornalista inglese di mezza età che da anni vive nel Vietnam di Ho Chi Minh, lavorando come freelance per varie testate londinesi. Qui ha trovato anche la sua ragione di vita, una incantevole fenice (Phuong) che non può sposare, essendo vincolato al matrimonio cattolico contratto con la moglie inglese molti annni prima. A turbare le loro vicende private e pubbliche arriva Pyle, un medico pieno di fervore pronto ad attraversare campi di battaglia per guarire i bambini dal tracoma. Un americano tranquillo, insomma, pieno di buoni sentimenti e colpito dallo strale di Eros al primo avvistamento di Phuong. Egli non è sposato e, facendo leva su un'ingenua bugia di Thomas, gli sottrae la giovane amata, ma forse nasconde qualcosa di più inquietante di un antico legame coniugale. A cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, in piena guerra fredda, molte spie americane vagavano per le terre di nessuno tentando di farle loro, e costruivano gli albori della CIA. Per il bene

Baiser volé - Cartier

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L'ultimo nato in casa Cartier è un inno alla femminilità discreta e romantica. Cuore di giglio e giacinto, con qualche accenno nascosto di rosa e zucchero, riesce a non essere stucchevole. Se da un lato la fragranza è poco sfaccettata, è anche vero che è molto raffinata e delicata; a tali doti si aggiunge una notevole persistenza. Squisito spot con due innamorati che ballano sospesi nella magnifica cornice del Grand Palais parigino, trionfo di architettura Nouveau.

Thank you for smoking

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Jason Reitman ha diretto quattro film: Thank you for smoking (TYFS), Juno, Tra le nuvole e Young Adult ; non ho ancora visto quest'ultimo, uscito nel 2011, ma gli altri sono tre centri nel bersaglio. TYFS in apparenza narra la storia di un lobbista che difende le ragioni delle multinazionali del fumo e tenta di convincere potenziali acquirenti che le sigarette sono meno dannose di quel che vogliono farci credere frotte di politici salutisti. In realtà ci parla del fatto che avere a disposizione un secondo parere è la vera radice della democrazia, quale che sia l'oggetto del contendere, perché la vera libertà è il poter scegliere consapevolmente, e non farsi indottrinare -fosse anche con dottrine positive. Nick Naylor ha un lavoro per il quale è adattissimo, un'ex-moglie, un figlio intelligente che lo adora, un capo-"Capitano" cinico come un vecchio eroe del Western, due amici che ne condividono il mestiere (una difende le ragioni dell'alcool, l'altro quell

Così parlò Bellavista

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Il Professor Bellavista è ormai in pensione e del suo filosofare beneficiano i familiari più intimi, senza troppo entuiasmo, e uno sparuto gruppo di amici di varie estrazioni sociali, che si riuniscono nel suo salotto a discutere dell'antica contrapposizione tra Epicurei e Stoici. Nel loro edificio si è appena trasferito il signor Cazzaniga, da Milano (e già per questo visto con sospetto), che pur essendo ai vertici dell'AlfaSud si presenta al lavoro con puntualità. Mentre questo confronto di posizioni si approfondisce in un'amicizia, la figlia del professore si scopre incinta e cerca di metter su casa con il fidanzato, architetto disoccupato che eredita un negozio di immagini sacre, presto insidiato dalla camorra. Non si può negare che tanti luoghi comuni infestino questo film, lontano dal capolavoro, però, mettendo da parte per una volta gli snobismi, si deve riconoscergli il merito di far divertire con grande garbo, senza mai essere volgare. Finale un po' malinconico

Jane Eyre

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Una ragazza si aggira al tramonto, fradicia di pioggia, nella moorland inglese. Balbettante, viene soccorsa da un pedante parroco attorniato dalle sue sorelle, ed è finalmente in forze sufficienti a ripescare dal suo passato recente quei ricordi che spiegano come e perché è giunta fino a lì. Orfana e povera, è stata educata a Lowwood, dove la sua più cara amica le è morta fra le braccia. Sola al mondo, soprattutto affettivamente, accoglie con gioia il suo primo impiego di istitutrice a Thornfield ("Campo di spine"), ma sogna la libertà che ad una donna indigente del suo tempo non era concessa. Nella sua nuova casa incontra la benevolenza (Mrs Fairfax) e la passione (Mr Rochester), ma il suo amore ha un grande ostacolo, che si aggira nelle notti fredde di vento e di brughiera, ha lunghi capelli neri e occhi blu e labbra rosse di demone e un'ossessione feroce. La protagonista ambisce all'indipendenza e alla libertà di un uomo, non quella che un uomo potrebbe darle in ve

Elizabethtown

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Drew (O. Bloom), designer di scarpe sportive, ci introduce nel suo mondo chiarendoci la differenza tra fallimento (passeggero, comprensibile) e fiasco (il disastro totale): lui è appena stato artefice di un esempio del secondo genere, avendo trascinato la fiorente azienda per cui lavora(va) sull'orlo della bancarotta. Messo alla porta dal capo, Phil (A. Baldwin), vede dileguarsi anche la fidanzata Ellen (J. Biel) e pensa di ricorrere a soluzioni estreme in una sorta di comico hara-kiri meccanico, quando la sorella sconvolta lo informa dell'improvvisa morte del padre. Mentre la madre (S. Sarandon) si dedica ad una serie di svaghi che la aiutino ad elaborare il lutto, Drew si reca ad Elizabethtown per organizzare i funerali e nel viaggio incontra Claire (K. Dunst), una hostess allegra, invadente e buona. Alle prese con il paesaggio culturale dell'entroterra del Sud e con la salma che qualcuno vuole cremare, altri vuole seppellire, il rapporto fra i due giovani si stringe, ma

Breaking Dawn - Sala 2 al Lux

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Il Lux è uno dei cinema storici di Torino, costruito durante il Ventennio (ne porta tutte le stigmate architettoniche) e restituito ai fasti della passata grandeur da un recente restauro, in occasione dell'anniversario dell'Unità d'Italia. La sala 2 è media, come medio è lo schermo, e ieri era assolutamente VUOTA salvo che per noi. Mai abbiamo avuto un'intera camera di riproduzione ad uso privato -mi sentivo come The Aviator , finché non sono arrivate tre bambine a film iniziato, e se ne sono andate prima della fine. Il film mi ha sorpreso molto: ero pronta a lanciare tutti i miei strali sull'ennesimo scarabocchio cinematografico targato Summit, ma mi sono dovuta ricredere. Non è certo un capolavoro, ma è più che discreto. Il regista sembra saper fare il suo lavoro, la sceneggiatrice ha operato scelte intelligenti e gli attori, incredibilmente, recitano. Persino Pattinson. il ridicolo involontario a cui ci avevano abituato è pressoché assente. La coppia più strana d

Firenze 2011

Dopo i vari congressi ed eventi, ho chiuso l'anno in bellezza con un Corso Monografico sulle Cefalee. Questa dimensione molto specialistica e ristretta mi è piaciuta moltissimo e non stucca; pochissimi partecipanti, circa trenta, a lezione dalle nove alle diciannove come una classe liceale, uniti dal desiderio di apprendere più che da quello di esibirsi. Lungi da me criticare ipocritamente la natura dei megacongressi, visto che vi partecipo tutte le volte che ne ho possibilità, ma la dispersione e la tendenza alla diversione, bombardati da mille stimoli e sponsor, sono in agguato costante. Invece in questa occasione mi sono sentita di nuovo una discente, accudita e stimolata da un confronto continuo con i colleghi di tutta la penisola. E Firenze? Naturalmente ho visitato pochissimo della città, che conoscevo per un'incursione approfondita, ma di questa puntata porterò con me alcuni ricordi particolari: -il Grand Hotel Baglioni: è la sede ufficiale della Scuola Superiore Interdi

Il Giardino delle Vergini Suicide

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I coniugi Lisbon hanno cinque figlie belle e bionde, tra i tredici e i diciassette anni, da loro costrette a vivere dentro una campana di vetro. Quando una strana malattia inizia a corrodere gli olmi del quartiere, la più piccola, Cecilia, tenta il suicidio, e ai genitori viene consigliato di lasciare maggiore libertà alle raagazze, perché imparino ad esprimersi meglio al mondo circostante; peccato però che nessun progetto potrebbe essere più inviso alla madre (K. Turner) controllante e al padre (J. Wood) assente e svagato. Cecilia persiste nel suo intento e si getta dalla finestra impalandosi sulla ringhiera del giardino, che diventa la principale imputata della tragedia. Le altre quattro ragazze riprendono a frequentare la scuola, ma hanno evidenti difficoltà di integrazione e sembrano ignorare volutamente il loro enorme lutto. La più bella e intraprendente, Lux (K.Dunst) si lascia coinvolgere da Trip (J.Hartnett), giocatore di football corteggiatissimo, lo accompagna al ballo della

Il Gattopardo

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Il Principe di Salina comincia a sentire il peso degli anni: le sue terre sembrano non appartenergli più, così sconosciute –molto meglio le conosce e le sfrutta il suo amministratore Don Calogero-, il vecchio re Ferdinando è sostituito, per tramite garibaldino, dal nuovo re Vittorio Emanuele II, le nuove generazioni così piene di fascino e di prorompente vitalità sono distanti e irraggiungibili. Eppure, egli è ancora un meraviglioso leone, o meglio un Gattopardo, e sa bene l’immobilismo che affligge la sua Sicilia e tutt’Italia. Ci adatteremo ad ogni nuova struttura, perché sotto il grande cambiamento superficiale nulla cambi in realtà. Si distinguono perciò due grandi drammi in quest’opera superba, dipinta da Tomasi di Lampedusa con sguardo cristallino e profondissimo gusto linguistico. C’è la tragedia privata di Don Fabrizio, il Principone, arreso e ammaliato di fronte al nuovo che avanza, questa borghesia onnipresente e onnipotente che si insinua ormai, con la forza del denaro e del

Lady Susan

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Riprendiamo il tema dei romanzi epistolari con questo piccolo esemplare a prestigiosissima firma di Jane Austen. Oltre ai sei romanzi più noti (cinque dei quali già da me precedentemente recensiti su questi schermi) la zia J. ha lasciato anche qualche bozza e questo divertissement giovanile, che ha come maggiore peculiarità quello di ritrarre con affetto una “cattiva”. Lady Susan è una giovane vedova straordinariamente bella e affascinante, di poca cultura e ancor minore ricchezza, ma grande eloquio e ambizione. Ha una figlia, suo grande cruccio poiché non le somiglia in nulla, che vorrebbe veder sposata a un ricco sciocco; ha una serie di spasimanti che ha sottratto alle donne che l’hanno ospitata per mesi in casa loro; ha una carissima amica cui il marito ha formalmente proibito di frequentarla, a causa della sua meritatissima cattiva fama. Con questa corposa dote fa il suo ingresso nella casa del fratello del defunto consorte, dove i suoi raggiri sono frenati dalla prudentissima e

The Guernsey literary and potato peel pie society

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Il romanzo epistolare sembrava un genere destinato all’estinzione e l’ultimo che avevo trovato davvero divertente data 1782; si chiama Le Relazioni Pericolose, e si giova di una pletora di protagonisti interessanti e cattivissimi. Non prendo neanche in considerazione i due capisaldi ufficiali del genere, l’Ortis e il Werther, che mi hanno tormentata negli anni del liceo e che sfido chiunque a definire anche lontanamente coinvolgenti. Con una certa sorpresa, perciò, mi sono accorta dopo poche pagine che questo romanzo mi aveva conquistata con la sua ironia. Juliet è una scrittrice che durante la Seconda Guerra Mondiale ha contribuito a mantenere alto il morale della sua Nazione, l’Inghilterra, con i suoi editoriali umoristici. Ora che il nemico è vinto, e poco a poco le persone si riappacificano con la vita quotidiana, si ha tempo per gioire della pace futura ma anche per guardarsi intorno e scoprire, sotto i cumuli di macerie, che anche il vincitore è pur sempre sconfitto. Nel mentre d

Bianca

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Un tranquillo (?) professore ha appena intrapreso un nuovo incarico presso la scuola Marilyn Monroe; si trasferisce nel suo nuovo alloggio, il cui bagno disinfetta appiccandogli fuoco, ne riempie la meravigliosa terrazza di piante che uccide con metodo, inizia a conoscere il microcosmo del condominio e dell'istituto scolastico, ove uno psicologo è appositamente stipendiato per prendersi cura degli insegnanti. Michele Apicella, come egli si chiama, non tarda a notare gli aspetti più stravaganti di questa nuova sistemazione, circondato com'è da ragazzini iperresponsabili e coltissimi e docenti svagati che conducono lezioni di storia sui cantautori italiani. Del resto, le pareti dei locali scolastici sono tappezzati di poster che ritraggono Zoff e coppie di comici cinematografici. Nota e giudica, Apicella, e raramente assolve. Tutto scruta, tutto indaga, interroga persino i vasi di fiori morti, diffida dei legami, desidera ordine e logica in modo ossessivo. Anche l'arrivo di u

Rocky

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Come in Invictus , appena recensito, anche in Rocky lo sport è un mezzo e non un fine, in questo caso di riscatto sociale e morale per il cupo protagonista. Stallone, all'epoca ancora poco conosciuto, interpreta il boxeur più famoso della storia del cinema, che lui stesso creò, essendo anche sceneggiatore (e candidato alla Statuetta degli Academy per entrambi i ruoli di screenwriter e attore): fin dai primi minuti delinea un tipo di antieroe molto amato nei bui anni Settanta, cupo, incolto, stropicciato e poco educato, ma desideroso -in fondo-di trovare in sé una scintilla che lo renda degno di ideali più alti. Tra strade oscure, albe grigie e palestre maleolenti, la timida e bruttina Adriana incarna per questo bullo di periferia l'eco dello StilNovo, un'essenza beatificante che lo spinge a pretendere qualcosa di bello dalla sua vita, ad abbandonare la piccola criminalità e a ricercare una vera dignità; comincia così il suo percorso di scale faticosamente ascese, lividi, or

Invictus

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Nel 1995 Nelson Mandela era appena assurto al soglio presidenziale, dopo ventisette anni di prigionia politica, e si trovava a dover riunificare l'inconciliabile: da un lato gli afrikaner, forti di anni di supremazia incontestata, dall'altro la maggioranza nera, accecata dal rancore e ancora incredula di fronte all'insperato successo elettorale. Niente di meglio di un campionato mondiale dello sport nazionale (il rugby) per riunire sotto la stessa bandiera gli animi, e niente di meglio di una squadra malconcia e depressa per simboleggiare un desiderio di riscatto. In fondo l'Italia nel 2006 si è stretta similmente intorno agli azzurri, reduci peraltro da una serie di sconfitte e di scandali. Peccato che gli Springbocks, capitanati da François Pienaar, rappresentassero solo la minoranza bianca... di qui parte il progetto politico-sportivo (più politico che sportivo) di Mandela, perseguito tra un viaggio ufficiale e una riunione di stato, concepito quasi per mettere a dis

Il Marchese del Grillo

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Monicelli aveva già utilizzato, con L'Armata Brancaleone e Brancaleone alle crociate , un'epoca remota per parlarci dei vizi dell'Italianità. All'inizio dell'Ottocento lo Stato Pontificio è guidato da Pio VII: alle sue porte Napoleone bussa con insistenza, inviando frotte di giovani innamorati del loro minuscolo imperatore-soldato. Il Marchese Onofrio del Grillo è un nobile della Roma papalina che impiega largamente i suoi denari e le sue giornate in beffe perpetrate a spese degli accattoni del quartiere, della sua anacronistica famiglia, della sua amante popolana e anche del Reverendo Padre. Nulla lo fa recedere dai suoi propositi di irrisione, poiché tutto è concesso al potere e alla ricchezza: se, da un lato, Onofrio si interroga, a volte con malinconia e amarezza, sulle sorti di questa giustizia calpestata, dall'altro non fa rinunce sull'altare dell'equità, rendendo volutamente sterile la sua perenne provocazione, ben riassunta dal "Mi dispiace

Recessione

"Si vede che siamo in tempo di recessione: prima avevamo TreMonti, adesso ci hanno lasciato un Monti solo". Potrei aggiungere che al prossimo giro di giostra ci capiterà un Collina... Ovviamente non si vuole dare qui un giudizio diminutivo sul nostro novello premier, non fosse altro per il fatto che, per equità, sarà bene lasciargli un po' di tempo per risollevare le nostre sorti o per deluderci, ma la battuta di humour squisitamente inglese mi ha conquistato. Grazie P., continua a coltivare il gusto per il surreale!!

N.P.

Nonostante la pila di libri comprati in attesa di essere letti, ho ripiegato in un momento di stanchezza su un titolo che avevo letto molti anni or sono, N.P. di B. Yoshimoto. Kazami è un'assistente universitaria il cui ex-fidanzato si è ucciso traducendo l'ultimo racconto dello scrittore, anch'egli suicida, Sarao Takase. Nel corso di un'estate conosce i tre orfani dell'autore, i gemelli Otohiko e Saki, e Sui, figlia di un'amante di passaggio, con cui ha avuto una relazione incestuosa. Del resto la problematica Sui ha proseguito sulla strada del disastro, intrattenendo con Otohiko un legame sentimentale profondissimo che li trascina sull'orlo del baratro. Banana, figlia di un titolatissimo scrittore dell'epoca d'oro della letteratura giapponese contemporanea, dipinge un'unica figura forte, che provoca irritazione e ripulsa ma non cessa di attrarre, come un diavolo tentatore. Ogni altro personaggio vive di luce riflessa all'ombra di Sui, la fi

Alice al congresso 2.0

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Aaaarghh! Questa esclamazione scomposta ha seguito la notizia ricevuta giovedì u.s. ( che significa: ULTIMO SCORSO! e oggi è sabato... ) di dover fare un intervento ad un corso. Devo inviare il materiale venerdì p.v. ( che significa: PROSSIMO VENTURO ). Ragazzi, mi dispiace di aver urlato aaaarghh , ma, tutto considerato poteva anche essere peggio. In fondo io adoro parlare ai congressi e ai corsi, è che mi piace saperlo prima. Due o tre settimane prima bastano già. Comunque il pensiero della meta è bastato a farmi tornare il buonumore: Firenze, anche by night -che è quel che resta del giorno dopo le lezioni- è sempre meravigliosa. La giornata odierna è perciò volata nel confezionamento di slides , e ora mi rilasso per qualche minuto scrivendo questo post, in cui per la prima volta inserirò uno scrap , una bozza di disegno, del mio personaggio twilightiano preferito. Io sarò vestita esattamente con questi abiti e -soprattutto- avrò proprio questo taglio di capelli. L'ho adottato

The artist

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Curiosamente, sulla Costa Azzurra trovare una sala da cinema decorosa è un'impresa non da poco. Ci siamo riusciti a prezzo di un biglietto particolarmente salato e di un multisala Pathè spersonalizzante in cui i biglietti sono venduti da orride e silenti macchinette con touchscreen . Lo si trova ai bordi di Nizza, in un quartiere desolato anzichenò, nel gruppo commerciale Lingostière. Il film: è possibile girare un film muto in bianco e nero nel 2011 e farlo apprezzare al pubblico? Presentarlo al Festival di Cannes, sì; magari anche fargli vincere un premio intellettuale in una categoria defilata, senz'altro. Ma creare un'opera d'arte che arrivi al cuore dello spettatore? Ebbene, devo dirvi un sì senza riserve, con un plauso al regista Hazanavicious e ai suoi due attori preferiti, Dujardin (miracoloso, una palma qui da Miglior Attore) e la Bejo (così amata che l'ha sposata), senza dimenticare i cammei americani (M.Mc Dowell) e il maggiordomo perfetto J. Cromwell. Ge

Parto col folle

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Peter è un tranquillo architetto, in attesa del suo primogenito. Sul volo che lo porterà dalla sua dolce metà incontra il pasticcione Ethan, che, malinteso dopo malinteso, lo trascina nella condizione di sans-papier , proprio quando deve attraversare l'America: dovrà farlo a bordo di un'auto guidata proprio dallo sconsiderato aspirante attore barbuto e cotonato. La parte migliore di questo film, per una volta, è l'adattamento del titolo italiano, che con una locuzione fortunata riunisce la necessità di un viaggio partito con una marcia sbagliatissima e il nervosismo comprensibile di una futura mamma che affronta le doglie assistita dal sorriso buono ma stralunato di Z. Galifianakis; R. Downey Jr. è sempre molto affascinante e ho un debole per la sua bellezza stropicciata, ma Zack è chiaramente il nuovo comico su cui Hollywood punta, dopo aver dimenticato la meteora J. Black. Le gag sono graziose, ma risentono un po' del già-visto-già-sentito tipico del genere: dopo La

Ile-de-France

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Parigi è una città meravigliosa, ricca e internazionale, facile da visitare e di gran classe; queste sue qualità spesso hanno messo un po' in ombra i suoi dintorni, come accade a tante metropoli e luoghi d'arte. La regione che la ospita è l'Ile-de-France, tra le più prosperose dell'Europa, piena di coltivazioni intensive e all'avanguardia e di eredità di un passato glorioso. Originaria sede della dinastia Capetingia e blasonata dal celebre giglio dorato in campo azzurro, che rimarrà nei secoli l'emblema dei reali francesi, è anche una delle aree a più alta concentrazione di castelli, palazzi e ville nobiliari, al punto da competere alla pari con la Loira. Particolarmente interessante in questo senso è il distretto d'Yvelines: se Versailles oscura al turista frettoloso il resto delle altre bellezze meno pubblicizzate, è vero anche che ci sono ben cinque altre "cittadine reali" che possono vantare regge e casini di caccia molto ben ristrutturati, con

Mamma Mia!

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Sophie (A. Seyfried) ha solo vent'anni ed è stata cresciuta da una ragazza madre (M. Streep) in un piccolo albergo, che ora gestiscono insieme, su un'isola egea. Sta per sposarsi, ma qualcosa la tormenta; supponendo che si tratti della sua mancanza di radici, sbircia i diari giovanili della mamma e scopre i nomi dei tre uomini che hanno avuto la possibilità di donarle metà del suo patrimonio genetico. Cosa di meglio se non rintracciarli e invitarli? E cosa di più inverosimile se non vederli arrivare tutti e tre, felicissimi nello scoprire che potrebbero avere una figlia ventenne? Sam (P. Brosnan), Harry (C. Firth) e Billy (S. Skarsgard) si prodigano al meglio delle loro possibilità per consentire alla forse-figlia un matrimonio da favola, ma mamma Donna non è felice di rivederli in branco, temendo il giudizio di Sophie sulle sue leggerezze passate. La conclusione è abbastanza scontata, con la fanciulla che decide di conoscere meglio se stessa prima di impegnarsi in una relazion

I padroni della notte

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Bobby è un ragazzone moderatamente scapestrato che gestisce con successo un night club di proprietà della mafia russa; lo accompagna una bellezza portoricana di professione entreineuse , l'unica a conoscere il suo vero cognome: non Green, ma Grusinski. Ragione dell'inganno è il celare che il resto della famiglia, nelle persone del padre e del fratello Joseph, sono esponenti di spicco della polizia di New York, impegnata in operazioni antidroga proprio contro i datori di lavoro di Bobby. Questi decide di diventare un infiltrato quando Joseph è ferito dal nipote del decano russo, ma, scoperto, causa la morte del padre. James Grey dipinge un presente cupo come un romanzo russo d'inizio Novecento, e altrettanto pieno di caustico umorismo e dannazione; per farlo usa la palette dei pessimisti futuri prossimi di Ridley Scott, pieni di grigi, ma soprattutto di blu. J. Phoenix, tra i suoi attori prediletti, diretto anche in Two Lovers , è perfetto per il personaggio lacerato e dec

Violetta

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Accendiamo un po' la televisione per sprofondarci nel vecchio drammone sentimentale. In un tempo lontano c'erano i feuilleton , ovvero i romanzi d'appendice: venduti a puntate, erano letti quasi di nascosto da un pubblico prevalentemente femminile, tacciabile di leggerezza e di cattiva fama se sorpreso nell'atto di dedicarsi ad un tale, riprovevole, passatempo. Con gli anni -a volte i secoli- il romanzo d'appendice ha rivelato il suo vero spessore: alcuni sono diventati capolavori di agilità linguistica ineguagliabile (Dumas padre, per esempio), altri sono caduti nell'oblio senza grandi clamori. La letteratura d'evasione è stata poi sostituita nella sua funzione sociale dal melodramma, prima con l'opera, poi con l'operetta. Negli anni del boom ci sono stati gli " sceneggiati ", che avvicinavano il grande pubblico -spesso incolpevolmente incolto- ai grandi romanzi della letteratura internazionale. Oggi tutto ciò è stato sostituito dalla fict

Juicy couture - Fragrance

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Creato da Harry Freemont nel 2006, questa fragranza ha consacrato la giovanissima casa di moda e accessori partorita dalla mente di Pamela Skaist-Levy e Gela Nash-Taylor, due intraprendenti signore intente a dimostrare che gli USA sono glamorous quanto l'Europa. Tralasciando le contese-ai posteri l'ardua sentenza-, parliamo del profumo, che nelle intenzioni di Pamela e Gela sarebbe dovuto essere "quello che si metterebbe Barbie". Si parte con delle note di testa fruttate molto dolci: anguria, mandarino e passiflora, che avvolgono e rassicurano; il cuore è più fresco e verde, con foglie pestate, giacinto, mela verde, tuberosa, rosa e gigli, ma recede presto per asciare spazio a un fondo curioso, dolce con brio, di vaniglia, caramello, patchouli e crème brulée. Non so se davvero Barbie sia il volto giusto, certo è che Juicy Couture ha un profilo molto sensuale e delicato allo stesso tempo, invitante senza essere volgare, senza ciprie ottocentesche. Persistente e penetra

Nowhere Boy

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Come comincia la storia di un mito, se non con un'adolescenza problematica? Ecco perché io non sarò ricordata nella storia: ho avuto un'infanzia troppo felice, e una giovinezza tranquilla, in una famiglia normalissima. Trascendendo da queste considerazioni emisferiche destre, scopo di Sam Taylor-Wood è quello di tratteggiare le origini della figura di John Lennon, radicate in una vicenda familiare inusuale: concepito da una madre immatura e cresciuto dalla zia, John scopre l'identità della genitrice a quindici anni e inizia con lei un rapporto pieno di complicità, ma anche di sventatezza (soprattutto da parte della madre), con qualche ambiguità legata alla femminilità un po' esplosiva di mamma Julia. Tanto quest'ultima è spensierata ed espansiva, tanto è chiusa e burbera Mimi, la zia che ha sempre accudito John con amore profondo e poco palesato; pur con tutti i limiti del suo carattere Mimi vince facilmente la palma di figura genitoriale sul lungo periodo, e Julia

Riccione

A un anno dall’uscita casertana, eccomi di nuovo con kit congressuale per la Società Italiana di Studio per le Cefalee, che si è riunita a Riccione tre giorni or sono. Il Frecciarossa e le occhiaie sono sempre molto Alice Cullen, il nuovo taglio di capelli forse ancora di più, il glamour dello scenario ha subito invece un crollo verticale, fissato in questa località inconsueta per un convegno. Centro della vita di Riviera, Riccione è un luogo che non avevo mai esplorato prima, e scientemente. Pulitissima cittadina distesa sul mare, sembra vivere esclusivamente di un turismo talassocentrico, non interessato a null’altro che ai bagni e al divertimento notturno poco fuori porta: ogni tre edifici uno è un albergo e, a parte il lussuoso Des Bains, tutti sembrano curiosamente consunti, come se la salsedine li corrodesse lentamente dagli anni dorati del boom economico o, ancora prima, dalle famiglie amarcordiane del Ventennio. In questa stagione ormai più che avanzata, somiglia più che altr

La mia africa

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Karen è bella e ricca, ma le serve un titolo nobiliare; a questa necessità provvede il Barone Blixen, che la impalma per la sua ricca dote e la trascina sull’altipiano keniota a coltivare caffè. In questi possedimenti dapprima inospitali, che accolgono una tribù Kikuyu, Karen fronteggia da sola le difficoltà di interagire con una cultura estremamente differente, di intraprendere coltivazioni inappropriate ai terreni di altitudine elevata, di ribellarsi al ruolo statico della donna nelle colonie inglesi e tedesche degli anni trenta. Da sola, sì, perché suo marito si fa vedere a casa solo per trasmetterle qualche malattia venerea e per la maggior parte del tempo si occupa di cacciare o andare in campagna militare o trovare altri modi “virili” di scansare le durezze della vita quotidiana. Le tengono talora compagnia Denis Finch Hutton e il suo amico Berkeley, due veri amanti della letteratura, della musica e dell’Africa. In particolare Denis si scava un posto nel suo cuore, lui fiero come

Amadeus

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L'ultrapremiato film di Forman si presenta con i colori e il disegno di un dipinto fiammingo, carico di tinte soprassature e linee voluttuose. Tratto da una pièce di Shaffer, narra gli ultimi 7-10 anni della vita di W.A. Mozart da un punto di vista rivoluzionario per il 1984, ovvero con gli occhi di Salieri, il suo massimo antagonista. Ripercorriamo insieme a lui, ormai vecchio e folle, gli anni della creazione operistica, delle sinfonie maggiori, della miseria e dell'alcool, e scrutiamo quasi di nascosto il tragico rapporto con un padre padrone, la paura della morte, la fossa comune. Salieri non era musicista malvagio, piuttosto colto e raffinato, noto inoltre per la sua vita proba; deve essere però durissimo, al limite dell'annientamento, vivere con la lucida coscienza dei limiti del proprio talento quando si ha la capacità di riconoscere il Genio che ci vive accanto. Scrivere al tempo di Mozart sarebbe stato abbastanza per azzerare qualunque dote non altrettanto eccezion

I pilastri della Terra

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Con molta diffidenza, ad un anno dall'acquisto e stanca di avere questo mattone di mille pagine sul tavolino dei libri "In Attesa Di Esser Letti", ho cominciato il mallopposo best-seller di Ken Follett, il libro che tutti sembrano aver letto e io pensavo fosse ambientato nella preistoria. Tanto per manifestare la mia profonda conoscenza dell'autore, ammetto anche di aver controllato sulla copertina che il cognome andasse scritto con due T. Ricrediamoci: centro della vicenda è la costruzione di una meravigliosa cattedrale gotica nell'immaginario paesello di Kingsbridge, una isola di bellezza e cultura in un medioevo dominato dalla violenza del forte e dalla totale assenza del concetto di diritto. Ci sono i buoni, i cattivi, quelli che si situano nel mezzo, ma per tutti vale un'unica legge: se subisci un sopruso, o ti vendica direttamente Dio o nessuno ti difenderà; la legge cambia al mutare del regnante in carica e la convenienza annulla la giustizia. In questa

Il porto di Nizza

C'é un quartiere di Nizza che tutti i nizzardi doc amano appassionatamente: il Porto. E' un luogo ammantato di un fascino particolare, internazionale nel senso più vero della parola, abitato da non troppi turisti (considerato lo standard della regione) ma piuttosto da persone interessate a ricreare una città a misura d'uomo, giunte da tutte le coste del Mediterraneo; ne risulta una curiosa mistura di case dalle linee austere e dai colori sgargianti, piena -come direbbe Corto Maltese- di ladri e di belle donne . Proprio nel cuore del Porto abbiamo scoperto di recente un piccolo adorabile locale, con due spoglie stanze al coperto e qualche tavolino disposto sul marciapiede, in un improvvisato dehor, dove è possibile per pochi euro mangiare sur le pouce: un pasto rapido, economico e tipico del luogo. Il cavallo di battaglia di Chez Pipo -così si chiama- è la socca , una specie di farinata più pepata e meno unta, ma vanno assaggiati anche i crostini con la tapenade (patè di oli