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Si può fare senza eccessi un film sull'amore per l'eccesso di stravaganza? Sembra di sì, e il risultato è formalmente compatto e solido, senza però trascinare.

Diane è la ricca moglie di Arbus, fotografo di fama e marito paziente, innamorato e un po' cieco. Non si accorge infatti delle radicali insofferenze della moglie per le convenzioni, pensando che i suoi desideri di nuovi spazi siano da riferire a innocui hobbies da dama dell'alta borghesia. E mentre Diane passa le sue notti a vagare per la città e per il condominio, lui dorme beato. Proprio al piano superiore della sua casa Diane incontra Lionel, un freak if I ever saw one, coperto di peli da capo a piedi per una strana forma di ipertricosi, che suscita la sua curiosità prima, la sua simpatia e il suo affetto poi. Insieme, lui con le sue palandrane e lei con le immancabili paperine e la macchina fotografica a tracolla, esplorano varie stranezze della natura e l'effetto che queste persone "diverse" producono sui cosiddetti individui normali, fino ad innamorarsi.

Nicole Kidman, come ho già avuto modo di scrivere, è un genio della recitazione che ha mutilato il suo talento a favore di un viso talmente plasticoso da essere difficilmente espressivo; Robert Downey J. è un bravo attore e un ottima scelta per rappresentare un eccesso, categoria nella quale si trova a suo agio con naturalezza.

Shainberg, il regista, aveva mostrato più coraggio con Secretary, film decisamente disturbante. Onestamente non so se preferire le perversioni della segretaria masochista o le stranezze di Diane Arbus. Il film non è malvagio, ma non è un capolavoro.

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