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Visualizzazione dei post da novembre, 2011

Il Gattopardo

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Il Principe di Salina comincia a sentire il peso degli anni: le sue terre sembrano non appartenergli più, così sconosciute –molto meglio le conosce e le sfrutta il suo amministratore Don Calogero-, il vecchio re Ferdinando è sostituito, per tramite garibaldino, dal nuovo re Vittorio Emanuele II, le nuove generazioni così piene di fascino e di prorompente vitalità sono distanti e irraggiungibili. Eppure, egli è ancora un meraviglioso leone, o meglio un Gattopardo, e sa bene l’immobilismo che affligge la sua Sicilia e tutt’Italia. Ci adatteremo ad ogni nuova struttura, perché sotto il grande cambiamento superficiale nulla cambi in realtà. Si distinguono perciò due grandi drammi in quest’opera superba, dipinta da Tomasi di Lampedusa con sguardo cristallino e profondissimo gusto linguistico. C’è la tragedia privata di Don Fabrizio, il Principone, arreso e ammaliato di fronte al nuovo che avanza, questa borghesia onnipresente e onnipotente che si insinua ormai, con la forza del denaro e del

Lady Susan

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Riprendiamo il tema dei romanzi epistolari con questo piccolo esemplare a prestigiosissima firma di Jane Austen. Oltre ai sei romanzi più noti (cinque dei quali già da me precedentemente recensiti su questi schermi) la zia J. ha lasciato anche qualche bozza e questo divertissement giovanile, che ha come maggiore peculiarità quello di ritrarre con affetto una “cattiva”. Lady Susan è una giovane vedova straordinariamente bella e affascinante, di poca cultura e ancor minore ricchezza, ma grande eloquio e ambizione. Ha una figlia, suo grande cruccio poiché non le somiglia in nulla, che vorrebbe veder sposata a un ricco sciocco; ha una serie di spasimanti che ha sottratto alle donne che l’hanno ospitata per mesi in casa loro; ha una carissima amica cui il marito ha formalmente proibito di frequentarla, a causa della sua meritatissima cattiva fama. Con questa corposa dote fa il suo ingresso nella casa del fratello del defunto consorte, dove i suoi raggiri sono frenati dalla prudentissima e

The Guernsey literary and potato peel pie society

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Il romanzo epistolare sembrava un genere destinato all’estinzione e l’ultimo che avevo trovato davvero divertente data 1782; si chiama Le Relazioni Pericolose, e si giova di una pletora di protagonisti interessanti e cattivissimi. Non prendo neanche in considerazione i due capisaldi ufficiali del genere, l’Ortis e il Werther, che mi hanno tormentata negli anni del liceo e che sfido chiunque a definire anche lontanamente coinvolgenti. Con una certa sorpresa, perciò, mi sono accorta dopo poche pagine che questo romanzo mi aveva conquistata con la sua ironia. Juliet è una scrittrice che durante la Seconda Guerra Mondiale ha contribuito a mantenere alto il morale della sua Nazione, l’Inghilterra, con i suoi editoriali umoristici. Ora che il nemico è vinto, e poco a poco le persone si riappacificano con la vita quotidiana, si ha tempo per gioire della pace futura ma anche per guardarsi intorno e scoprire, sotto i cumuli di macerie, che anche il vincitore è pur sempre sconfitto. Nel mentre d

Bianca

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Un tranquillo (?) professore ha appena intrapreso un nuovo incarico presso la scuola Marilyn Monroe; si trasferisce nel suo nuovo alloggio, il cui bagno disinfetta appiccandogli fuoco, ne riempie la meravigliosa terrazza di piante che uccide con metodo, inizia a conoscere il microcosmo del condominio e dell'istituto scolastico, ove uno psicologo è appositamente stipendiato per prendersi cura degli insegnanti. Michele Apicella, come egli si chiama, non tarda a notare gli aspetti più stravaganti di questa nuova sistemazione, circondato com'è da ragazzini iperresponsabili e coltissimi e docenti svagati che conducono lezioni di storia sui cantautori italiani. Del resto, le pareti dei locali scolastici sono tappezzati di poster che ritraggono Zoff e coppie di comici cinematografici. Nota e giudica, Apicella, e raramente assolve. Tutto scruta, tutto indaga, interroga persino i vasi di fiori morti, diffida dei legami, desidera ordine e logica in modo ossessivo. Anche l'arrivo di u

Rocky

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Come in Invictus , appena recensito, anche in Rocky lo sport è un mezzo e non un fine, in questo caso di riscatto sociale e morale per il cupo protagonista. Stallone, all'epoca ancora poco conosciuto, interpreta il boxeur più famoso della storia del cinema, che lui stesso creò, essendo anche sceneggiatore (e candidato alla Statuetta degli Academy per entrambi i ruoli di screenwriter e attore): fin dai primi minuti delinea un tipo di antieroe molto amato nei bui anni Settanta, cupo, incolto, stropicciato e poco educato, ma desideroso -in fondo-di trovare in sé una scintilla che lo renda degno di ideali più alti. Tra strade oscure, albe grigie e palestre maleolenti, la timida e bruttina Adriana incarna per questo bullo di periferia l'eco dello StilNovo, un'essenza beatificante che lo spinge a pretendere qualcosa di bello dalla sua vita, ad abbandonare la piccola criminalità e a ricercare una vera dignità; comincia così il suo percorso di scale faticosamente ascese, lividi, or

Invictus

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Nel 1995 Nelson Mandela era appena assurto al soglio presidenziale, dopo ventisette anni di prigionia politica, e si trovava a dover riunificare l'inconciliabile: da un lato gli afrikaner, forti di anni di supremazia incontestata, dall'altro la maggioranza nera, accecata dal rancore e ancora incredula di fronte all'insperato successo elettorale. Niente di meglio di un campionato mondiale dello sport nazionale (il rugby) per riunire sotto la stessa bandiera gli animi, e niente di meglio di una squadra malconcia e depressa per simboleggiare un desiderio di riscatto. In fondo l'Italia nel 2006 si è stretta similmente intorno agli azzurri, reduci peraltro da una serie di sconfitte e di scandali. Peccato che gli Springbocks, capitanati da François Pienaar, rappresentassero solo la minoranza bianca... di qui parte il progetto politico-sportivo (più politico che sportivo) di Mandela, perseguito tra un viaggio ufficiale e una riunione di stato, concepito quasi per mettere a dis

Il Marchese del Grillo

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Monicelli aveva già utilizzato, con L'Armata Brancaleone e Brancaleone alle crociate , un'epoca remota per parlarci dei vizi dell'Italianità. All'inizio dell'Ottocento lo Stato Pontificio è guidato da Pio VII: alle sue porte Napoleone bussa con insistenza, inviando frotte di giovani innamorati del loro minuscolo imperatore-soldato. Il Marchese Onofrio del Grillo è un nobile della Roma papalina che impiega largamente i suoi denari e le sue giornate in beffe perpetrate a spese degli accattoni del quartiere, della sua anacronistica famiglia, della sua amante popolana e anche del Reverendo Padre. Nulla lo fa recedere dai suoi propositi di irrisione, poiché tutto è concesso al potere e alla ricchezza: se, da un lato, Onofrio si interroga, a volte con malinconia e amarezza, sulle sorti di questa giustizia calpestata, dall'altro non fa rinunce sull'altare dell'equità, rendendo volutamente sterile la sua perenne provocazione, ben riassunta dal "Mi dispiace

Recessione

"Si vede che siamo in tempo di recessione: prima avevamo TreMonti, adesso ci hanno lasciato un Monti solo". Potrei aggiungere che al prossimo giro di giostra ci capiterà un Collina... Ovviamente non si vuole dare qui un giudizio diminutivo sul nostro novello premier, non fosse altro per il fatto che, per equità, sarà bene lasciargli un po' di tempo per risollevare le nostre sorti o per deluderci, ma la battuta di humour squisitamente inglese mi ha conquistato. Grazie P., continua a coltivare il gusto per il surreale!!

N.P.

Nonostante la pila di libri comprati in attesa di essere letti, ho ripiegato in un momento di stanchezza su un titolo che avevo letto molti anni or sono, N.P. di B. Yoshimoto. Kazami è un'assistente universitaria il cui ex-fidanzato si è ucciso traducendo l'ultimo racconto dello scrittore, anch'egli suicida, Sarao Takase. Nel corso di un'estate conosce i tre orfani dell'autore, i gemelli Otohiko e Saki, e Sui, figlia di un'amante di passaggio, con cui ha avuto una relazione incestuosa. Del resto la problematica Sui ha proseguito sulla strada del disastro, intrattenendo con Otohiko un legame sentimentale profondissimo che li trascina sull'orlo del baratro. Banana, figlia di un titolatissimo scrittore dell'epoca d'oro della letteratura giapponese contemporanea, dipinge un'unica figura forte, che provoca irritazione e ripulsa ma non cessa di attrarre, come un diavolo tentatore. Ogni altro personaggio vive di luce riflessa all'ombra di Sui, la fi

Alice al congresso 2.0

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Aaaarghh! Questa esclamazione scomposta ha seguito la notizia ricevuta giovedì u.s. ( che significa: ULTIMO SCORSO! e oggi è sabato... ) di dover fare un intervento ad un corso. Devo inviare il materiale venerdì p.v. ( che significa: PROSSIMO VENTURO ). Ragazzi, mi dispiace di aver urlato aaaarghh , ma, tutto considerato poteva anche essere peggio. In fondo io adoro parlare ai congressi e ai corsi, è che mi piace saperlo prima. Due o tre settimane prima bastano già. Comunque il pensiero della meta è bastato a farmi tornare il buonumore: Firenze, anche by night -che è quel che resta del giorno dopo le lezioni- è sempre meravigliosa. La giornata odierna è perciò volata nel confezionamento di slides , e ora mi rilasso per qualche minuto scrivendo questo post, in cui per la prima volta inserirò uno scrap , una bozza di disegno, del mio personaggio twilightiano preferito. Io sarò vestita esattamente con questi abiti e -soprattutto- avrò proprio questo taglio di capelli. L'ho adottato

The artist

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Curiosamente, sulla Costa Azzurra trovare una sala da cinema decorosa è un'impresa non da poco. Ci siamo riusciti a prezzo di un biglietto particolarmente salato e di un multisala Pathè spersonalizzante in cui i biglietti sono venduti da orride e silenti macchinette con touchscreen . Lo si trova ai bordi di Nizza, in un quartiere desolato anzichenò, nel gruppo commerciale Lingostière. Il film: è possibile girare un film muto in bianco e nero nel 2011 e farlo apprezzare al pubblico? Presentarlo al Festival di Cannes, sì; magari anche fargli vincere un premio intellettuale in una categoria defilata, senz'altro. Ma creare un'opera d'arte che arrivi al cuore dello spettatore? Ebbene, devo dirvi un sì senza riserve, con un plauso al regista Hazanavicious e ai suoi due attori preferiti, Dujardin (miracoloso, una palma qui da Miglior Attore) e la Bejo (così amata che l'ha sposata), senza dimenticare i cammei americani (M.Mc Dowell) e il maggiordomo perfetto J. Cromwell. Ge

Parto col folle

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Peter è un tranquillo architetto, in attesa del suo primogenito. Sul volo che lo porterà dalla sua dolce metà incontra il pasticcione Ethan, che, malinteso dopo malinteso, lo trascina nella condizione di sans-papier , proprio quando deve attraversare l'America: dovrà farlo a bordo di un'auto guidata proprio dallo sconsiderato aspirante attore barbuto e cotonato. La parte migliore di questo film, per una volta, è l'adattamento del titolo italiano, che con una locuzione fortunata riunisce la necessità di un viaggio partito con una marcia sbagliatissima e il nervosismo comprensibile di una futura mamma che affronta le doglie assistita dal sorriso buono ma stralunato di Z. Galifianakis; R. Downey Jr. è sempre molto affascinante e ho un debole per la sua bellezza stropicciata, ma Zack è chiaramente il nuovo comico su cui Hollywood punta, dopo aver dimenticato la meteora J. Black. Le gag sono graziose, ma risentono un po' del già-visto-già-sentito tipico del genere: dopo La

Ile-de-France

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Parigi è una città meravigliosa, ricca e internazionale, facile da visitare e di gran classe; queste sue qualità spesso hanno messo un po' in ombra i suoi dintorni, come accade a tante metropoli e luoghi d'arte. La regione che la ospita è l'Ile-de-France, tra le più prosperose dell'Europa, piena di coltivazioni intensive e all'avanguardia e di eredità di un passato glorioso. Originaria sede della dinastia Capetingia e blasonata dal celebre giglio dorato in campo azzurro, che rimarrà nei secoli l'emblema dei reali francesi, è anche una delle aree a più alta concentrazione di castelli, palazzi e ville nobiliari, al punto da competere alla pari con la Loira. Particolarmente interessante in questo senso è il distretto d'Yvelines: se Versailles oscura al turista frettoloso il resto delle altre bellezze meno pubblicizzate, è vero anche che ci sono ben cinque altre "cittadine reali" che possono vantare regge e casini di caccia molto ben ristrutturati, con