Una lunga domenica di passioni


Mathilde è un'anima allegra e ottimista: il suo fidanzato Manech non è mai tornato dal fronte, ma lei è convinta che sia vivo, perché un filo li lega. E, del resto, se si sbagliasse, con quel filo ci si potrebbe sempre impiccare...
Orfana e benestante, reduce da una poliomielite che l'ha resa claudicante ma acuta ed ostinata, Mathilde percorre in lungo e in largo il nord della Francia alla ricerca del suo amato, con frequenti soste a Parigi per conferire con il suo avvocato e con l'investigatore privato, Mr. Pire ("peggio"), che cerca per lei i protagonisti dei presunti ultimi istanti di Manech, condannato a morte per il delitto di automutilazione nel 1917. Ricostruiamo così a poco a poco un intreccio corale pieno di errori e ripensamenti, di coraggiosi contadini della Dordogna e di vivandieri pieni di risorse, amici disposti a condividere una donna per scappare dall'orrore della guerra e amanti prostitute che vendicano i loro angeli còrsi.
Una lunga teoria di caratteristi di primo piano si affolla in questo film di Jeunet, a partire da Audrey Tautou, già filmata in Il favoloso mondo di Amélie, per arrivare alle grandissime Marion Cotillard e Jodie Foster. Il volto del ragazzo, allora ancora relativamente sconociuto, e premiato come miglior promessa del 2004, è Gaspard Ulliel, ora immagine per Bleu di Chanel.
Molto amato in patria, dove ha vinto numerosi premi César, è uno splendido affresco in seppia delle trincee, della loro assurda, sorda violenza e dell'idiozia della guerra e dei suoi padroni (come quelli che organizzarono un ospedale da campo in un hangar pieno di idrogeno), ma è anche un manifesto della speranza, in nome dell'amore.

Commenti

  1. Film che vidi al cinema e mi piacque molto, però sento la necessità di rivederlo perché non ricordo molto le varie situazioni. Grazie :)

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