Kafka sulla spiaggia

Tamura Kafka è un ragazzo di soli quindici anni, che parla ancora con il suo alter ego immaginario e scappa di casa per odio verso il padre, che gli ha rivelato una profezia orribile come una maledizione dell'antica Grecia: ucciderai tuo padre e dormirai con tua madre e tua sorella.
Mentre assorbiamo questa variazione sul tema di Edipo, facciamo compagnia ad un vecchio signore, Nakata, che parla con i gatti e da piccolo è stato coinvolto da un fatto misterioso che lo ha privato dell'intelletto.
I due libri di Murakami che avevo letto mi erano piaciuti molto, a tratti entusiasmandomi, e questo che recensisco ora qui mi è stato consigliato da una persona che conosce bene i miei gusti, quindi sono stata vieppiù sorpresa di non trovare un feeling con questo romanzo oscuro, triste, irresoluto. Il suo lato migliore è senza dubbio l'onirismo di cui è pervaso, ma il surrealismo ha corroso la trama sino a farla diventare un'accozzaglia di simboli gettati di qua e di là, mettendo insieme Euripide, Bergson, Hegel, Wittgenstein (da sempre il filosofo più amato dai quindicenni -quei pochi che si prendono la briga di amare la filosofia: tutto ciò che è importante non si può esprimere, quindi potete risparmiare sul lessico!), Beethoven, Haydn e un po' di musicisti anni Settanta. 
Non è la cosa peggiore che ho letto, ma Dance Dance Dance e Norvegian Wood sono più poetici e più compiuti, più divertenti e meglio scritti.

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