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Visualizzazione dei post da ottobre, 2012

Wicked appetite

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Se volete davvero divertirvi, bisogna mettere in conto un piccolo sforzo: questo libro non è ancora stato tradotto in italiano e, considerato l'impegno editoriale profuso per diffondere orribili libri strappalacrime e finto-sentimentali sempre in testa alle classifiche, dovremo aspettare ancora un po'. Se, al contrario, per voi l'inglese non è un problema ma un piacere, Wicked Appetite è CONSIGLIATISSIMO.  Lizzy è una quasi-trentenne con una vita normale, un lavoro da pasticcera che ama profondamente e un'adorabile villetta antica lasciatale in eredità a Salem. A sconvolgere la sua vita arriva un bellone biondo dal fascino stropicciato che le rivela i suoi superpoteri e la trascina alla ricerca delle pietre sei Sette Peccati Capitali, da recuperare prima dell'antagonista sofisticato, bruno e anemico, Grimoire (per gli amici Wulf).  L'Urban Fantasy di Janet Evanovich è pieno di comicità surreale e scene prese a prestito dai cartoni animati Warner Bros, ga

Modena 2012

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Dopo Riccione, quest'anno i cefalologi hanno deciso di riunirsi a Modena, nel centro congressi del Policlinico. Purtroppo l'ospedale non è proprio in centro, e i bus qui non passano mai, ma in venti minuti si riesce a raggiungere la piazza del Duomo a piedi. Nonostante il ritmo piuttosto serrato delle riunioni scientifiche, sono riuscita a ritagliarmi un'oretta ieri sera, per prendere l'aperitivo con una cara amica di questi luoghi al Caffé Concerto, suggestivo locale dagli alti soffitti in pietra e musica dal vivo in permanenza. A seguire, cena all'interno dello splendido Palazzo Ducale, ora sede dell'Accademia Militare. All'entrata abbiamo incrociato una lunga teoria di cadetti in libera uscita, tutti tirati a lucido (come l'Arma comanda), con spadino al fianco, e di corsa . Sì, perché tutti i cadetti del primo anno devono sempre spostarsi correndo, anche se devono solo passare dal dormitorio alla portineria del palazzo. Negli anni successivi posson

Giulietta degli spiriti

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Giulietta... che fai? Hai paura? Si', fondamentalmente Giulietta ha paura di vivere. Nata in una famiglia altolocata e cresciuta in convento tra suore bigotte, ora fa la moglie devota e cieca di Giorgio, ricco pierre che l'ha parcheggiata in una lussuosa villa per gironzolare con l'amante. Lei, sconvolta, piuttosto che affrontare la realtà si fa coinvolgere dallo spiritismo, e inizia a sentire voci un po' inquietanti che la spingono a ricordare episodi passati e ad affrontare tabù ancora attuali, in particolare legati alla fede e al sesso.  In un universo famigliare che brilla per freddezza, solo il nonno le ha lasciato un'impronta positiva, pronto a schermarla dalle devianze di una religione vissuta in modo passivo e martirico, almeno fino a quando non abbandona tutto per fuggire con la splendida ballerina di un Circo, che ora Giulietta immagina con le stesse fattezze della sua vicina di casa, donna sexy e disinibita che la espone (finalmente!!) alla tentazi

take me home tonight

Gli anni Ottanta sono tornati di moda un po' dappertutto, nell'abbigliamento e nella musica, nell'arredamento e anche nei film. A me piacciono pure, gli Eighties: intanto ci sono nata, poi erano pieni di colore e di pazzia (forse anche dovuta al boom della cocaina... non saprei, ero decisamente TROPPO giovane per valutare questo aspetto!) e di ottimi fumetti di importazione giapponese. Questo per dire che se il film non mi è piaciuto, non è per la sua ambientazione, ma -al contrario- nonostante il setting.  Il protagonista (T.Grace) è un trentenne laureato che vegeta a casa dei suoi, non ha una vita affettiva né lavorativa, fatto salvo l'impiego come commesso in un videonoleggio. Rivede per puro caso la ragazza di cui era innamorato al liceo, la segue ad una festa insieme al suo buddy neo-licenziato (su una Mercedes rubata all'ex-capo di quest'ultimo) e mentre l'amico viene invischiato in loschi traffici di ricconi loschissimi la fa sua su uno di quei m

Chico e Rita

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Se vi piacciono i film di animazione questo non vi deve mancare, ma anche se non vi piacessero consiglierei comunque una visione.  Immediato secondo dopoguerra, La Havana: Chico è un pianista jazz donnaiolo e individua la cantante dei suoi sogni nella bellissima Rita, dalla voce calda e struggente. Inizia così una storia d'amore destinata a durare una vita, fra piccoli tradimenti e grandi abbandoni, speranze tradite, amicizie pericolose e tantissimo jazz. Avrà un lieto fine questo bolero tormentato, trascinato in giro per tutto il continente americano? I pareri sono discordanti (forse perché il finale a me per esempio non è sembrato tanto consolatorio, anzi), ma il film rimane bellissimo. Mi piacciono molto non solo la storia, ma anche il disegno morbido e curato: Rita è una donna bellissima con un vero corpo, molto sensuale, non un'intellettualizzazione di figura femminile. Ovviamente, pero', la parte del leone è quella della colonna sonora, a firma Bebo Valdés. c

Le vite degli altri

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Terzo film tedesco ad aver vinto un oscar, Le vite degli altri è uno di quei film la cui grandezza mi sfugge. Wiesler, capitano della Stasi, si trasferisce accanto a Georg Dreyman, un drammaturgo sospettato di attività antisocialiste, per spiarlo e comprometterlo. Però, come accade a volte, l'integerrimo burocrate tutto pieno di  ideali e buone inclinazioni, si lascia corrompere dalle aspirazioni antidittatioriali dell'autore e da un libello di Brecht. Niente paura, a tradire il protagonista ci pensa la sua amante Christa, donna affascinante e instabile. Cosa farà il rigoroso Stasi? Ora, non c'è nulla che non vada in questa pellicola: è ben filmata, ben diretta, molto ben recitata. Ha un aspetto molto germanico-est, con luci fin più che naturali (potrebbero quasi averlo girato quelli del Dogma 95). E' coerente con la Storia. Vanta un corredo musicale di prim'ordine. E allora, perché non mi piace? Ai miei è piaciuto, al mio fidanzato pure, ha vinto un sacco di p

Little Nemo in Slumberland

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In effetti oggi pensavo di parlare di un argomento diverso, ma Google mi fa notare che ricorre il 107° anniversario di Little Nemo.  Con questo personaggio oggi poco noto, Winsor Mc Cay portò il mondo del fumetto la dimensione onirica che Carrol aveva inaugurato nella letteratura con la sua Alice; Nemo apre, chiudendo gli occhi, la porta di un non-luogo dolcemente spaventevole ove le leggi della fisica si interrompono insieme ai rassicuranti reperi della quotidianità. Se a noi lettori i sogni del bambino sembrano colorati e surreali, talora perfino divertenti, non può sfuggire come invece ai suoi occhi siano essenzialmente incubi, per quanto meravigliosamente istoriati in pieno stile Art Nouveau: le tipiche espressioni con cui il protagonista è colto sono la paura, mentre cade nel vuoto, e una meraviglia che sfocia costantemente nello sbigottimento di fronte a panorami e personaggi irreali.  I suoi viaggi nel reame di Morfeo hanno ispirato generazioni di fumettisti contemporanei

Hugo Cabret

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Lo Hugo del titolo è un piccolo gavroche , uno degli orfani della vecchia Parigi, che dopo la prematura scomparsa del padre si arrangia come può, tra piccoli furti perlopiù di croissants e la manutenzione degli orologi della Gare de Lyon. Mentre cerca di restaurare il prezioso e complesso meccanismo di un automa che il papà aveva salvato da un magazzino di un museo, conosce Isabelle e i suoi genitori putativi, Jean e George, che di cognome fanno Méliès. Comincia per lui il viaggio nel sogno, l’insieme misterioso di ombre che affolla le nostre menti esauste per distinguerci come umani, e nel percorso di autodeterminazione. Se, infatti, nucleo della nostra vita è trovare il nostro scopo –le persone più realizzate e felici non sono quelle che lo ma coloro che lo conoscono e lo perseguono con determinazione e serenità- non si può prescindere dal sogno, che ci indica il cammino. Esistono fra noi esseri luminosi il cui scopo è creare, alimentare e coccolare i sogni delle persone, cosicché

Paradiso amaro

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Matt vive alle Hawaii, ma anche all’ombra degli alberi del Paradiso Terrestre non è al riparo dal dolore: sua moglie, con cui viveva da qualche mese un’importante crisi coniugale, ha avuto un incidente durante una gara in motoscafo e ora è in coma, legata alla vita dalle macchine che la sostengono artificialmente. Mentre la figlia minore esprime disagio con i mezzi a sua disposizione, la maggiore, trascinando con sé un coetaneo apparentemente piuttosto deteriorato, gli rivela il tradimento della moglie. Nel frattempo bisogna decidere cosa fare della proprietà che da molto tempo sostenta tutta la famiglia di milionari, eredi dell’ultima principessa isolana: vendere e aumentare la liquidità o cercare un modo di proteggere l’arcipelago dagli investimenti delle multinazionali? Paradiso Amaro è un one-man-show, totalmente dominato dalla presenza di George Clooney, protagonista e voce narrante. L’ultimo vero divo di Hollywood, dotato di uno charme ormai leggendario, regge bene l’oner

Cato Zulu

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Hugo Pratt non era solo Corto Maltese, anche se senza dubbio il gentiluomo di fortuna dalla giacca bianca e l'orecchino rimane il suo personaggio più riuscito. Nella sua sete di sapere, in quella cultura sconfinata geografica, storica e interculturale, Pratt ci ha lasciato anche qualche accenno di un paio di antieroi, il più brutto e disgraziato dei quali è Catone Milton, soldato inglese disertore per caso, che girovaga nella Zululand nell'estate del 1879 alla ricerca della mitica città di Zimbawe. Dopo pochissime pagine -ché purtroppo abbiamo di Cato solo due brevi stralci di avventura- siamo già affezionati a questo cinico brutto anatroccolo (per sua stessa ammissione somiglia ad una papera) che pur fuorilegge malcreante non rinuncia a salvare una bella ragazza e cercare di proteggerla, a dare una mano ai suoi vecchi compagni quando se ne crea l'occasione e a battibeccare con Black Mamba, strega locale con i caratteri dell'omonimo personaggio di Kill Bill, giunt

Le Tre Sepolture

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Al confine con la frontiera messicana tanti immigrati clandestini cercano di guadagnarsi un posto negli States, e tra questi Melquiades, un bovaro di buona volontà che fa amicizia con Pete. Un brutto giorno la guardia Norton gli spara e lo sotterra malamente, coperto dai suoi superiori che decidono di insabbiare la vicenda, ma Pete (T.L. Jones) lo rapisce e lo costringe a riportare insieme a lui la salma nel suo paese natale, per darli degna sepoltura. Jones al suo esordio come regista filma un western franco e duro, incentrato sui valori dell'amicizia e della tolleranza. Si fa aiutare da Arriaga, lo sceneggiatore preferito di Inarritu (e anche discreto regista, vedi The Burning Plain), mentre la produzione è affidata a Besson, che ormai preferisce questo ruolo a quello dietro alla macchina da presa.  Non mi è dispiaciuto affatto, anche se qualche scena è piuttosto disgustosa -forse un filo compiaciuta- come quella dell'"alcolizzazione" del cadavere che comincia

J'adore - Dior

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Ecco finalmente disponibile la versione colorata del mio penultimo post-disegno (inteso come disegno postato, non come "disegno post-moderno"). Ne approfitto per parlare anche del profumo che, nnell'immaginario collettivo si associa a questa immagine, ovvero l'immortale J'adore di Dior.  Si tratta ormai di un veterano dell'olfatto, datato 1999, eppure ancora attualissimo: combina infatti una morbidezza rassicurante di donna adulta allo sprint floreale e fruttato che "svecchia" il risultato finale. Insomma, dai venticinque ai centrotrenta, è sempre portabilissimo, e l'adattabilità è merce rara nel mondo della profumeria. Il suo segreto è il gelsomino, il gelsomino, il gelsomino, coniugato a seconda della versione con un pizzico di sandalo, con un po' di vaniglia, con un'ombra di rosa damascena, con l'Ylang-Ylang o un sentore di magnolia. In ogni declinazione, ci riporta con la fantasia ad una donna fieramente e spontaneamente

The Spellman Files

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Tra Oblomov e il mio prossimo romanzo "corposo" volevo inserire una lettura leggera e mi sono buttata su un titolo di un'autrice ancora poco nota da noi, tal Lisa Lutz, che veniva pubblicizzata in quarta di copertina da Lauren Weisberger ( Il Diavolo Veste Prada, per intenderci). E' questo un metodo che uso spesso e volentieri, ovvero sfruttare il consiglio di un autore/autrice che ci piace per scoprirne un altro/altra che ci piacerà. Per inciso, di solito funziona piuttosto bene, soprattutto con quegli autori che sono prodighi di idee e di nomi altrui (esempio tipico: T. Capote -> W. Cather, T. Williams, N. Mailer, H. Lee e C. Mc Cullers, ognuno dei quali avrebbe avuto poche possibilità di arrivare nelle mie mani se non fosse stato per il caro Truman; su un'altra categoria, ma pur sempre piacevoli: S. Meyer -> J. Evanovich, MA. Shaffer). Qui, invece... Izzie Spellman fa l'investigatrice privata praticamente da sempre, essendo nata da due "Occh