Saturday


Henry Perowne, neurochirurgo di grido nella migliore neurologia europea, comincia il suo sabato mattina osservando un aereo che si schianta su Heatrow. Siamo nel febbraio 2003 e la cognizione di "banale incidente" è stata spazzata via da un 11/9 che ci ha lasciati basiti. Domandandosi che mai sarà successo, inizia le sue commissioni, incrocia dei manifestanti pacifisti (bisogna o no invadere l'Afghanistan?), ha un incidente stradale che lo mette a confronto con un piccolo criminale violento e affetto da Huntington, gioca a squash, prepara la zuppa di pesce per la riunione familiare in cui la figlia poetessa rivedrà il nonno poeta, va alle prove del figlio chitarrista, finché la violenza che si sforzava di tangerlo da lungo tempo gli entra in casa con la forza.
Il primo libro di Ian Mc Ewan che ho letto mi era piaciuto assai (Espiazione), ma questo è ancora meglio: non conosco la trama prima di cominciare, lo stile è -se possibile- ancora più perfetto, i temi affrontati sono ancora di più e, miracolosamente, nessuno è trattato in modo superficiale.
Perowne, nel suo incedere dubitativo, ci mostra l'apice della morale contemporanea in un uomo che, pur con tutta la sua cultura, influenza e anche ricchezza vive come tutti la paura delle grandi decisione imposte dall'alto, senza che abbiamo possibilità di dire la nostra opinione. E scopre che, alla fine del giorno, ci sarà una scelta che invece ci porrà di fronte a tutte le nostre convinzioni, ed è possibile esserne all'altezza.
La struttura 24-hours rende al suo meglio nelle mani capaci di Ian, favorendo paragoni elogiativi con l'Ulysse e con Mrs Dalloway che normalmente polverizzerebbero uno scrittore moderno (in particolare l'Ulysse polverizza anche il lettore moderno, a mio parere). Inoltre plauso all'autore che, per non scrivere sciocchezze nelle descrizioni della vita di un medico, ha passato due anni a osservare un neurochirurgo in carne e ossa, anche in sala operatoria, dimostrando un notevole stomaco per qualcuno la cui scelta di vita è decisamente poco cruenta.

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