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Visualizzazione dei post da 2013

Little big soldier

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Di D.Sheng con J:Chan, L.Wang. Hong Kong, 2010 Un soldato ormai attempato si ritrova unico superstite di un'ennesima battaglia nella Cina arcaica del periodo della guerra tra stati. In realtà è "quasi unico": è sopravvissuto anche un generale nemico, in realtà principe ereditario. Fattolo prigioniero, cerca di tornare al suo villaggio, per ricevere cinque acri di terra e soprattutto l'esonero dal servizio militare, ma in tanti cercano il principe ereditario, a partire dal fratello che lo vuole morto per salire sul trono. Dopo quasi vent'anni, Jackie Chan è riuscito a produrre il film che sognava, di cui ha scritto la sceneggiatura e di cui è fiero protagonista. Il risultato è un film piuttosto brillante, divertente e pieno di azione ma anche di momenti teneri, grazie a questo soldato semplice e sempliciotto ma di buon cuore che si fa accompagnare da un uccellino degno di Del Piero, lascia libere le sue prede perché ci fa amicizia e in fondo coltiva un patri

Real Steel

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Di S:Lewy, con H:Jackman, del 2011. La donna con cui aveva avuto un figlio muore all'improvviso e Charlie si ritrova per casa il figlio di nove anni, Max, proprio mentre la sua vita lavorativa di manager di robot da combattimento va in pezzi. Quando padre e figlio trovano in una discarica un vecchio modello sparring se lo portano a casa per arrotondarci il mensile, ma il ragazzino gli si affeziona. Oltre tutto Atom (il robot) ha una funzione mirror (tipo neuroni specchio per principianti) che rende molto facile il trasporto emotivo, e sotto la guida di Max comincia a vincere un incontro dopo l'altro, fino a sfidare il campione Zeus. Anche se ufficialmente siamo nel 2020, a parte qualche schermo tattile e dei giocattoloni potenziati non c'è traccia di sci-fi in questo ultra-classico film di avventura fondato sul vecchio schema "recupero di rapporto tra genitore e figlio che prima si ignoravano". Insomma, una pellicola per famiglie in piena regola, con un bel

The Hunger Games: Catching Fire e Mockinjay

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Ovvero, i due seguiti della saga letteraria di Suzanne Collins. Trama del vol II: Katniss e Peeta, in occasione dei 75 giochi, sono rispediti nell'arena insieme ad altri veterani delle edizioni passate. Ogni distretto infatti invia un maschio e una femmina tra i vincitori ancora in vita. Riuscirà Peeta a proteggere la riluttantissima Katniss anche in questa edizione e a convincerla ad amarlo? La risposta alla prima domanda è evidente visto che c'è un vol.III. Alla seconda domanda rispondiamo pure di no. A Katniss piace da morire tenere un piede in due scarpe, Bella Swan deve prendere appunti. Trama del vol III: Katniss si trova, volente o nolente, tra i ribelli che cercano di sollevare la popolazione contro il Capitolo (e visto che a parte il tiro al bersaglio la sua unica qualità è l'esser bella, più che altro fa la donna-copertina). Nelle oltremodo eccessive 400 pagine di libro, avrà modo di scoprire che il regime dei ribelli è marcio quanto quello precedente. Se l

I giorni del cielo

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T.Malick, 1978. R.Gere, S.Shepard. 94' Bill e Abby sono due giovani amanti che trovano lavoro come braccianti in un latifondo del Texas. Non sposati, si fingono fratelli, e quando il malaticcio proprietario del fondo manifesta l'intenzione di impalmare la ragazza, Bill la esorta ad accettare, ma dopo il matrimonio la salute del fattore migliora e la relazione tra i due fidanzati (ora fedifraghi) viene alla luce. Il film parte molto bene, con una splendida fotografia naturalista (premiata a ragione da un Oscar), un'ambientazione fumosa e dei personaggi interessanti. Le scene devono molto alla pittura di Hopper, con quel senso di solitudine e malinconia dei grandi spazi aperti dove c'è ricchezza, ma le persone non sembrano riuscire a gioirne. Mi sono piaciuti molto i due attori: Shepard molto bravo, Gere soprattutto bello - a quell'età aveva ancora un gran portamento fisico. Inoltre la colonna sonora, coinvolgente e calda, porta la prestigiosa firma di Morr

Scrivimi fermo posta

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E. Lubitsch, 1940, con J. Stuart e M. Sullavan, 100' Titolo originale The Shop around the corner Titolo francese Rendez-vous Due persone iniziano una corrispondenza epistolare tramite un annuncio sul giornale locale e non sanno in realtà di essere impiegati nello stesso negozio. Anche quando lui scopre l'identità di lei, ha paura di rivelarsi e di rinunciare alla perfezione dell'anonimato e della parola scritta per rivelarsi nella pienezza della sua umanità, con tutti i difetti che essa comporta. Scrivimi fermo posta è un adorabile esempio di commedia brillante e sofisticata degli anni Quaranta.  La crisi c'è e si vede, ma non c'è posto per lei come protagonista: le persone e le loro emozioni vengono comunque prima, con la loro ironia e il desiderio di una vita un po' più allegra, leggera e piena di sentimenti. Dalla cura della fotografia (un bianco e nero che sembra colorato, tant'è pulito) alla sceneggiatura, tutto parla di amore per il dettag

War Games

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Di J. Badham, con M. Broderick e J. Wood, 113'. 1983. Gli Stati Uniti, la Russia e il resto del mondo vivono uno stato di ansia libera continua focalizzato sull'eventualità di un'imminente terza guerra mondiale, condotta con armi termonucleari, che porterebbe l'umanità più o meno allo stato del  Conan  di Miyazaki. Quando l'esercito americano si rende conto che una buona aprte dei suoi uomini deve pensarci due volte prima di lanciare un missile, decide di eliminare il fattore umano e trasferire l'esecuzione degli ordini ad un supercomputer la cui tecnologia è fondata sulla teoria dei giochi. Molto lontano dalle sale dei bottoni, il sedicenne David occupa buona parte del suo tempo a smanettare su pc: appassionato di videogiochi, mentre cerca di infilarsi nel sistema di Protovision (per scaricare un nuovo gioco), aziona invece per sbaglio una simulazione di attacco nucleare dalla Russia verso gli US; peccato che lo Stato Maggiore non si renda conto che di s

A piedi nudi nel parco

Film del 1967 di G.Saks, con J Fonda e R. Redford. Corie e Paul sono sposi novelli, e si sono appena trasferiti nel loro appartamento. Lui sta cominciando a lavorare in uno studio legale, mentre lei cerca di fare la casalinga perfetta, anche se al loro nido d'amore mancano diversi aspetti per potersi definire ideale: un vetro del lucernario, il posto per mettere un letto doppio nella stanza matrimoniale, la riservatezza che due neoconiugi dovrebbero avere. Infatti, il vicino (un filo equivoco) attraversa la loro stanza nuziale per arrivare nella sua soffitta, di cui ha perso la chiave. I primi momenti in cui si vive insieme sono quelli in cui si litiga più facilmente, perché due caratteri che hanno piacevolmente convissuto in relativa lontananza possono urtarsi durante la vita a due. In questo caso lei è fin troppo svagata, sognatrice e sprovveduta, mentre lui è un po' rigido e non l'aiuta tanto ad adattarsi alla nuova situazione di padrona di casa responsabile, conc

Gone baby gone

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Primo lungometraggio di Ben Affleck, 2007. Con C. Affleck, M. Monaghan, M. Freeman, E. Harris. 114'. Sparisce una bimba nei quartieri poveri di Boston e sua zia acquisita, non soddisfatta dell'operato della polizia (pur se a capo delle indagini c'è Doyle (Freeman), un detective famoso per la sua dedizione ai casi di minori scomparsi), va a chiedere aiuto a due bounty hunters, la coppia Patrick e Angie. Un po' a malincuore i due accettano -soprattutto Angie è piuttosto reticente ad avvicinarsi più del dovuto ad un tipo di crimine che la turba particolarmente- e grazie alla loro conoscenza del territorio (e del microambiente) trovano una serie di piste papabili. Ma non tutto è come sembra, e la questione presto si complica. Di qui in avanti, SPOILER a IOSA, leggete sotto la vostra responsabilità! Il problema è che la bimba, Amanda, è figlia di una tossicodipendente recidiva molto poco interessata alla bambina, mentre il rapitore è in realtà proprio Doyle, che v

Vita di Pi

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Film di Ang Lee, del 2012. 127 minuti. Pi è un giovane il cui vero nome è Piscine Molitor. Comprensibilmente, invece di passare infanzia e fanciullezza ad essere dileggiato per questo insulso appellativo, sceglie di darsi un tono con una spolverata di matematica, assumendo come nomignolo Pi, il numero più studiato da scienziati e filosofi di tutti i tempi (l'abbiamo persino mandato nello spazio profondo sotto forma di musica). Purtroppo quando il padre decide di traslocare in Canada l'intera famiglia e lo zoo che dà loro sostentamento, il cargo giapponese su cui viaggiano è travolto dalle onde e Pi rimane unico superstite, in compagnia di una zebra con una zampa rotta, di un orango, di una iena e -sorpresa- una tigre del Bengala. Per ragioni evidenti, presto rimane solo, con la tigre.  Della trama non posso dire di più, altrimenti si incorre nello spoiler più spoileroso, ma nel commento vero e proprio mi dilungherò un po' di più su alcuni elementi essenziali, perci

Libertà (Freedom)

Dopo Le Correzioni, Franzen torna con un altro libro fulminante, spietato e bellissimo. Questa volta abbiamo ancora più personaggi, ancora più diramazioni per dipingere un vero romanzo corale che indaga e scandaglia tutte le possibili declinazioni della libertà. Nella vita familiare, nell'economia, nella politica ambientale, libertà. Una libertà che, nel nostro occidente -e, ci dice l'autore, negli USA soprattutto- si è confusa con l'individualismo sfrenato e ha creato un falso mito da perseguire che non ha fatto altro che allontanarci dalla felicità, perché si sa che l'essere umano sperduto nelle sue infinite libertà è il peggior giudice di ciò che è bene per sé. Non si può riassumere in breve la trama di quest'opera monumentale, allora provo a raccogliere i sommi capi intorno al nucleo dei personaggi più importanti. Patty: la competitiva che sente di aver dovuto sempre cedere troppo, in amore, nello sport, nella famiglia. La sua ambizione nella vita era

Salt

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Evelyn Salt lavora per la CIA, ma forse è in realtà un'infiltrata del KGB, ma quando ritorna al KGB si scopre che potrebbe essere un'infiltrata della CIA... Come una serie di scatole cinesi, Salt vuole fare il film d'azione in uno scenario di guerra fredda, ma riesce più che altro a fare una indigesta insalata di Lara Croft, Nikita, Alias e un po' di James Bond. Che sarebbero poi tutti ottimi ingredienti, ma è più o meno come fare la pizza mettendoci su peperoni, nutella e manzo affumicato: a meno che non siate le tartarughe ninja, non è un esperimento da tentare. La Jolie dimagrita e sempre più scavata in viso non ha la leggerezza arrogante della Lara, uscita da un videogioco, ma ricorda la madre maltrattata di Changeling, e mette troppo sentimentalismo in un ruolo inadeguato. La trama è così contorta che non si riesce a seguirla, sopratutto visto che la sceneggiatura non concilia l'attenzione. Felicemente evitabile.

Il Vangelo secondo l'asina

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Questa settimana Alle Fonderie Limone di Moncalieri va in scena Il Vangelo secondo l'asina, una crasi tra la Passione di Cristo in versi baciati che si recita da secoli a Sordevolo e la storia di Gesù raccontata in piemontese dall'asina Geraldina, che accompagnò Nostro Signore dall'infanzia fino alla croce. Da un lato è interessante vedere una delle Passioni popolari che facevano parte della cultura di paese (in realtà ne fanno ancora parte, fuori città): a me che sono nata e cresciuta a Torino non è mai capitato di vedere queste rappresentazioni, che a volte duravano ore, con il sottofondo musicale più vario e impersonate dagli abitanti in modo assolutamente dilettantistico, guidati dall'amore per la tradizione e per la sempreverde storia raccontata. Anche nel Nord Europa queste Passioni erano così frequenti e amate, che grandi compositori le musicarono, e penso prima di ogni altro a Bach, che ne orchestrò almeno tre (la Matthauspassion è la più famosa). D

Sole a catinelle

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Di e con Checco Zalone, 2013. Visto all'Ideal di Torino, sala 2. Checco, un rozzo rappresentante di una ditta produttrice di aspirapolvere, promette al figlio che se eccellerà in ogni materia lo porterà a fare una bellissima vacanza. Purtroppo per lui, che è in bolletta, il figlio è il primo della classe (e il cocco della maestra, educato e saggio), così gli tocca portarselo in giro per il Molise finché per caso non riceve l'invito di fermarsi col bambino in una villa di ricchissimi industriali, il cui rampollo le maniere brusche di Checco hanno riportato alla parola da una ostinata forma di "mutismo selettivo". Normalmente non vado al cinema a vedere questo genere di film che, al massimo, guardo in tv in qualche tardivo passaggio, ma sabato sera avevo voglia di cinema e francamente il paesaggio mi sembrava sul deprimente, così ho scelto di farmi quattro risate disimpegnate. E ho fatto bene! Certo la comicità impiegata è un po' rustica a voler essere gen

I guardiani del destino

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Film del 2010 di G.Nolfi con M. Damon e E.Blunt. Da un racconto di P.Dick. Un giovane politico in ascesa conosce una ballerina in cui individua per istinto la donna della sua vita. Non capisce perché ma si sente legato a lei con sorprendente intensità. I due vengono però separati da una schiera di "aggiustatori" che attraversano lo spazio tempo con dinamiche diverse dalle nostre per permettere il corretto dipanarsi del piano storico prestabilito dal "Presidente". Ma il desiderio del ragazzo di vivere la sua storia d'amore pare più forte dell'imposizione degli uomini oscuri che seguono ogni suo passo... Sono stata sorpresa di non aver mai sentito prima questo titolo, molto meno pubblicizzato di Io, Robot o di Minority Report (d'accordo, quest'ultimo gareggia direttamente in un'altra categoria vista l'accoppiata Pielberg-Cruise, ma Will Smith certo non è meglio di Matt Damon). Ero perciò un po' dubbiosa, credendo che l'ob

Storia di una capinera

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Film del 1993, di F. Zeffirelli, con A. Bettis, V. Redgrave Tratto dal romanzo di Verga, narra la storia della giovanissima Maria che è destinata al convento dalla matrigna che protegge gli interessi dei suoi due pargoli. Peccato che, in fuga dal colera, la giovine sì bella e pura fa in tempo a conoscere Nino, aspirante avvocato, e in lui l'amore, che servirà solo a tormentarla e condurla sull'orlo della follia. Del resto nel suo convento c'è la "cella dei matti", riservata alla suora di turno che perde la ragione e che -si narra- da quando il convento è stato costruito non è mai vuota. La gestione della trama è assai tradizionale, ma ciò che rende bello il film (pur non amatissimo dalla critica) è soprattutto la fotografia molto verde e un po' floue che ritaglia scene bucoliche simili a quadri di paesaggisti ottocenteschi. Tutto viene nobilitato e reso più elegante dalle luci fredde, dalla suora matta (V. Redgrave) alla protagonista, tutt'altro che

Goodbye, Lenin!

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Film tedesco del 2003, di W. Becker, con K.Sass e D. Bruhl. Madre e figlio Fervente idealista della DDR, Christiane ha un infarto quando vede il figlio Alex pestato da un poliziotto durante una manifestasione di piazza e resta in coma per qualche mese a cavallo del più grosso avvenimento del Dopoguerra, la Caduta del Muro. Quando si sveglia il suo cuore è fragilissimo e Alex, con l'aiuto della sorella Ariane, dell'amico e collega Denis e di tutto il condominio, le crea una sorta di realtà alternativa per nasconderle il fatto che la Germania Est non esiste più. Sempre in bilico tra commedia e tragedia, questa pellicola brillante parte da uno spunto intelligente per raccontarci un'utopia politica e un idillio familiare. L'utopia realizzata da Alex è l'aver creato e diretto in grande stile la DDR che lui avrebbe sognato e che non ha mai avuto, in cui ci si apre al diverso, non si spia il prossimo dal buco della serratura e ci si sforza di raggiungere la

Maledetto il giorno che t'ho incontrato

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Film del 1992, di C. Verdone. Con C. Verdone, M. Buy. Bernardo finisce in analisi dopo essere stato lasciato dalla compagna, e conosce un'altra paziente, Camilla, che ha confuso il transfert per innamoramento verso lo psicanalista. Diventano amici, incoraggiandosi a superare le fobie di cui sono costantemente preda, e cercano di affermarsi sul piano professionale: lui sta scrivendo una biografia di Jimi Hendrix, lei è attrice teatrale. Un paio di grossi litigi non riusciranno a far affondare questa nuova coppia sul nascere! Credo che questo sia in assoluto il film meglio riuscito di Verdone, che qui interpreta un personaggio sui generis ma non eccessivamente macchiettistico. Uno come Bernardo l'abbiamo conosciuto tutti, e in qualche misura ci possiamo riconoscere in parecchie delle sue manie. Questo è l'Harry ti presento Sally della commedia italiana, una love story niente affatto sdolcinata con due protagonisti votati al battibecco che riescono a tirare fuori qua

Sherlock Holmes - Gioco di Ombre

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Di Guy Ritchie, con R. Downey Jr, J. Law, N. Rapace, S. Fry. 2011 Seconda puntata della rilettura Ritchiana dell'investigatore più famoso della storia del giallo. In realtà siamo già alla prima conclusione, ovvero allo scontro diretto di Holmes col professor Moriarty, temibilissimo cattivo votato alla perfidia più nera (ricopre, con successo, la carica di cattedratico universitario... sarà un caso?). La trama è liberamente tratta da  L'ultima avventura , il libro in cui Doyle cercò per la prima volta di liberarsi del suo protagonista di maggior successo, con gran danno di immagine personale: alcuni devoti fan lo minacciarono di gravi lesioni, se non avesse resuscitato il famigerato violinista bipolare. L'Europa è scossa da una serie di attentati, mentre oscure potenze economiche cominciano ad investire nella produzione di armi. Mentre Sherlock si arrovella, il buon dottor Watson avrebbe desiderio di prender moglie, ma deve fare i conti qualche complicazione... Gu

L'amore all'improvviso - Larry Crowne

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Film di e con Tom Hanks, del 2011. Co-star, Julia Roberts. Trattasi di commedia sentimentale americana classica, con qualche elemento di (presunta) atipia. Non più giovanissimo impiegato modello viene licenziato per taglio di personale e si iscrive all'università per procurarsi il "pezzo di carta" ormai necessario a conservarsi un impiego. In facoltà incontra una serie di amici ggiovani che gli fanno un re-styling (della casa, del guardaroba, della percezione del sé, in quest'ordine) e naturalmente anche una docente coetanea ancora bella e piacente, afflitta da matrimonio fallimentare.  I (presunti) elementi di atipia che citavo dovrebbero essere la posizione di relativa subalternità della componente maschile della coppia, argomento che Holliwood ama lambire ma non affrontare (infatti Larry è sì il discente, ma la prof è decisamente più spaesata e in crisi di lui) e l'età non più verdissima di ambo i protagonisti, altro argomento che al cinema di casset

Ginger e Fred

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Il 31 ottobre di venti anni fa il maestro Fellini ci lasciava, e il mondo del cinema è diventato più opaco. Per celebrarlo, la Rai ha deciso di trasmettere due suoi film, Ginger e Fred ed E la nave va , prediligendo l'ultimo periodo di attività (mentre in Francia Artè trasmetteva La dolce vita e La strada , che da noi sono sostanzialmente impossibili da vedere in prima serata). Amelia e Pippo sono due attempati ballerini di tip-tap che nel dopoguerra imitavano Ginger Roger e Fred Astair; a più di vent'anni dal loro ultimo incontro sono reclutati da un'operazione "nostalgia", uno di quegli orrendi programmi che il telespettatore medio pare ami in cui si riesumano vecchie glorie o meteore per esporle al mondo senza pietà, coperte di rughe e di scrostature.  Questo è solo un pretesto che permette a Federico il Grande di mostrarci la sua visione della televisione dell'epoca, e in generale della vita degli anni Ottanta, che chiaramente lui percepiva

Le amiche della sposa

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Film del 2011, di P.Feig con K.Wiig, R. Byrne, M. McCarthy. Annie ha quasi quarant'anni e la sua migliore amica si sposa, mentre lei seppellisce le reliquie della sua pasticceria fallita e della sua storia fallita con un buzzurro palestrato. Le tocca fare la damigella d'onore, ma non è sinceramente felice dell'incombenza, anche perché in cuor suo rifiuta di perdere l'amica; come se non bastasse, per il suo ruolo le tocca incontrare le altre Bridesmaids e soprattutto la bella e (apparentemente) vincente Helen, che è bella, magra, ricca, sposata e magnifica organizzatrice. Comincia un teatrino che mescola kitsch e volgarità a non finire, tra storie di letto con uomini non interessati a relazioni sentimentali, agghiaccianti parties in giardino, idiote spedizioni a Las Vegas, infimi ristoranti messicani e vomitevoli abiti che vorrebbero somigliare a nuvole multicolori e ricordano solo delle disgustose meringhe, mortificando la donna che c'è dentro. Unica consol

Una vita da cinefila - un film all'anno

Partecipo anche io a questa bella iniziativa, in cui bisogna scegliere un film all'anno, quello a cui avremmo consegnato il nostro Oscar personale al Miglior Film, per ogni anno da quando siamo nati. Ci ho messo un secolo e mezzo, ma ho letto con scrupolo tutte le liste dei film anno per anno, e siccome non sono più giovanissima... Ho lasciato fuori anche film che so per certo essere bellissimi, ma non ho visto per intero ( Le Grand Bleu , per esempio), e in caso di ex aequo ho cercato di privilegiare le sceneggiature originali (per questo Kill Bill vol.2 passa davanti a Howl ). Mi sono sforzata il più possibile di fare una scelta univoca per ogni annata, ma lasciatemi almeno citare qualche escluso eccellente (nelle parentesi). 1983 Guerre Stellari -Il ritorno dello Jedi. Non è un film che amo tantissimo, ma è sicuramente il più importante dell'anno. 1984 Amadeus (C'era una volta in America, Nausicaa della valle del vento). 1985 La mia Africa (Ladyhawke) 1986 Spe

Non Lasciarmi

Oggi parliamo del libro, di Kazuo Ishiguro (2005), edito in Italia da Einaudi. Kathy, Tommy e Ruth sono tre bambini che vivono in un collegio un po' particolare. Nessuno dei ragazzi ha genitori, sembra una via di mezzo tra un orfanatrofio e Hogwarts. Le lezioni più importanti sono quelle di storia dell'arte e della letteratura, oltre all'educazione fisica. I ragazzi sono esaminati su base settimanale da un'équipe medica. La loro produzione artistica migliore è selezionata e spesso prelevata dai vertici dell'istituto. E pian piano, dalla più tenera infanzia, viene fatto passare loro il messaggio che la loro esistenza ha un unico scopo, donare i propri organi vitali, uno dopo l'altro, agli umani normogenerati, quelli del mondo "di fuori", che non sono cloni. Mentre aspettano il gaio momento di diventare donatori, fanno da assistenti agli altri donatori, occupandosi delle loro necessità. Apparentemente può ricordare The Island, mediocre thriller in c

Fine di una storia

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Neil Jordan, 1999. Con Ralph Fiennes e Julianne Moore. Sarah è sposata con Henry, ma quando incontra il romanziere Maurice i due si innamorano e diventano amanti. Si incontrano durante i bombardamenti, durante uno dei quali Maurice è ferito da un'esplosione; in seguito all'evento Sarah rompe il legame e i due non si rivedono per due anni. Convinto di essere stato sostituito nel cuore della donna (è sempre stato gelosissimo), Maurice la fa pedinare scoprendo che Sarah aveva fatto un voto durante l'episodio del bombardamento: in cambio della sua salvezza aveva promesso a Dio di non vederlo mai più. La relazione riprende, ma Sarah è malata di tisi... In questo film c'è molto romanticismo, due protagonisti bravissimi e bellissimi e persino parecchie scene d'amore così naturali da sorprendere per la loro audacia (nulla di "strano" o lontanamente volgare, è che sono così vere ).  Si parla d'Amore, di due grandi Amori: il più evidente è quello di du

Due Partite

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Film dalla struttura teatrale, è in effetti tratto da una pièce di C. Comencini e filmato da E. Monteleone. Parte Prima, 1964, quattro donne (Massironi, Ferrari, Cortellesi, Buy) si trovano ogni giovedì a giocare a carte, ma in realtà è solo un pretesto per parlare dei problemi e dei pesanti vincoli che patiscono in qualità di donne. La prima si realizza nei figli, ma non può scotomizzare la patente bigamia del marito, che non lascia l'altra. La Ferrari è sull'orlo del parto e tutto le sembra ancora roseo, ma in un recesso recondito della sua coscienza la madre suicida la tormenta. Poi c'è la versione Italian Boom di Madame Bovary, eterna insoddisfatta che non tollera il marito ma non lo lascia per timore del giudizio dei genitori (soprattutto la madre) e per ultima la Gerini, pianista bravissima che ha abbandonato carriera e fama per fare la moglie di un uomo che la adora ma è sempre in tournée (perché lui, invece, la carriera se l'è tenuta ben stretta). Parte sec

Terraferma

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Terzo film di Crialese, che neanche questa volta mi delude. Sulle coste di un'isoletta sperduta al largo della Sicilia, "così piccola che non è neanche sul mappamondo", arriva l'ennesimo barcone di disperati spesso gettati a mare dalla corrente o dai loro traghettatori. I pescatori del luogo sono costantemente divisi tra l'etica avita del salvare l'uomo in mare e l'imposizione post-moderna della consegna o dell'abbandono del clandestino-naufrago, ma quando il caso si presenta a Ernesto (M. Cuticchio) e Filippo (F. Pucillo), nonno e nipote fuori di notte, i due portano in salvo diverse persone e accolgono Sara, che partorisce in casa loro. Le buone azioni non restano mai impunite e la loro barca viene requisita dai guardacoste: Filippo così ha modo di interrogarsi a lungo sulla decisione del nonno, che cozza drammaticamente con lo stile di vita dello zio (B. Fiorello), arricchito gestore di un'area attrezzata per turisti in cui i vacanzieri ve

Fargo

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Nel North Dakota c'è un paesetto sperso nelle nevi che si chiama così. E' pieno di gente apparentemente normale, un posto ideale per raccontare la banalità del male, per esempio con un marito che per recuperare qualche lira assolda due sbandati per rapire sua moglie e riscuotere, sotto forma di riscatto, i soldi del suocero. Ovviamente tutto quello che può andare storto lo fa, e il conto dei cadaveri aumenta col volgere dei minuti. I film dei fratelli Coen sono sempre molto amati dalla critica e devo dire che in questo caso sono abbastanza d'accordo con i commenti favorevoli. C'è un grande umorismo nel taglio caustico con cui viene trattata la vicenda, degna di un romanzo-verità alla truman Capote. Ma poi si trova anche il modo di inserire una normalità vera, fatta di gente intelligente, che lavora, con aspirrazioni più pure e semplici ma così nobili che non si può non provare tenerezza per loro. A veicolare questo secondo filone di emozioni è Marge (F. McDormand,

Diorissimo

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In principio era Monsieur Dior, e nel 1955 Diorissimo nacque con il duplice scopo di riportare a Christian i ricordi della sua infanzia e di creare un profumo a base di essenza di mughetto, molto più difficile da estrarre rispetto a quella di rosa e gelsomino, che saturavano il mondo della profumeria di allora. Alla fine degli anni 2000, però, Diorissimo è stato sottoposto a revisione: testa con un po' di bergamotto oltre le foglie verdi, nel cuore un po' di gelsomino, rosa e giglio oltre il mughetto e fondo di sandalo. Buono lo è sempre, e il corpo a base di mughetto è sempre ben presente, ma le aggiunte mi sembrano abbastanza ridondanti: tendono a coprire l'assoluta principale e rendere il prodotto più anonimo. In definitiva tradiscono proprio l'assunto di partenza del povero Monsieur, che sarà lì da qualche parte a incupirsi su una nuvoletta. Di Diorissimo, quello originale, che nelle sue intenzioni doveva essere l'essenza della felicità.

Chiedi alla polvere

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1939, J.Fante. Arturo Bandini è un aspirante scrittore italoamericano in preda ad un lieve blocco creativo, povero in canna e innamorato di una donna di origine messicana cui non riesce ad esprimere i propri sentimenti. L’indigenza infine gli giova, perché la fame gli farà trovare un nuovo filone di scrittura, ma l’amore è meno facile da maneggiare e la sua principessa Maya gli sfugge, persa in un sogno irraggiungibile nei deserti della Valle della Morte. La polvere della strada, sempre immobile in una Los Angeles desolata e sconvolta da scosse telluriche, è l’unica testimone residua delle disavventure di un protagonista ingenuo, cui non si può non voler bene. Nato nel ’39, il libro è forse il più famoso pre-beat generation, in cui piuttosto che i temi del viaggio/fuga, della fruizione forsennata del presente e della nostalgia delle origini, è preminente il DESIDERIO (frustrato) del viaggio/fuga, DESIDERIO (frustrato) del godimento del presente, per retaggio culturale e religi

Fight Club

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D. Fincher, 1999. E. Norton, B. Pitt, H. Bonham Carter, Meat Loaf. Il racconto si apre su Norton, viso pesto e pistola in bocca pronta a fare fuoco. In un lungo flashback, rivediamo la vita del protagonista come lui la ricorda, al massimo dell’omologazione yuppie: assicuratore per grossa multinazionale, scarpe DKNY, camicie di Calvin Klein e mobilio Ikea. Insonne, per dormire frequenta i gruppi di auto aiuto dei malati terminali, cui sugge dolore come un vampiro farebbe col sangue. Il vuoto della sua esistenza lo schiaccia, ma il gusto tristemente sobrio del suo status, l’anonimato di marca, lo caratterizza al punto che, quando il suo appartamento esplode, sembra che tutta la sua vita lo abbia abbandonato. Proprio in questa occasione conosce Tyler Durden, con cui fonda il Fight Club e inizia un processo di destrutturazione del sé e della società. Scopo del Club non è vincere l’avversario, ma sconfiggere le proprie paure accogliendo e condividendo il dolore, “toccare il fondo