Le fate ignoranti

Antonia (M. Buy) rimane immprovvisamente vedova dell'amatissimo marito che le nascondeva più di un segreto. Un amante, per esempio, e senza apostrofo. Sotto le specie di Michele (S. Accorsi), aitante ortofrutticolo con la passione per Magritte e Nazim Hikmet, pronto a precipitare Antonia in un mondo colorato e decisamente alternativo, espanso in un quartiere che sembra uscito da un romanzo di Pennac.
Vincitore di numerosi nastri d'argento, ciack d'oro, david di donatello nonché riconosciuto come film d'interesse culturale nazionale, questo è il primo Ozpetek ad aver raggiunto grande e duratura fama. Mescolando una tribù umana degna di Almodovar, una palette cromatica alla Soldini e una trama un po' Kieslowsky (Blu), si arriva ad uno dei miei film preferiti, sicuramente quello da me più amato nella filmografia del regista: delicato, divertente, interessante e commovente. I due protagonisti sono smaglianti e credibili nel dolore per la perdita di un amore, che si stempera nella confusione dei sentimenti conseguente all'apertura di un nuovo scorcio di realtà. Cucina e musica turche condiscono il tutto, donandogli quella sfumatura di esotismo che ci rassicura.

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