Scrivimi fermo posta

E. Lubitsch, 1940, con J. Stuart e M. Sullavan, 100'


Titolo originale The Shop around the corner
Titolo francese Rendez-vous

Due persone iniziano una corrispondenza epistolare tramite un annuncio sul giornale locale e non sanno in realtà di essere impiegati nello stesso negozio. Anche quando lui scopre l'identità di lei, ha paura di rivelarsi e di rinunciare alla perfezione dell'anonimato e della parola scritta per rivelarsi nella pienezza della sua umanità, con tutti i difetti che essa comporta.

Scrivimi fermo posta è un adorabile esempio di commedia brillante e sofisticata degli anni Quaranta.  La crisi c'è e si vede, ma non c'è posto per lei come protagonista: le persone e le loro emozioni vengono comunque prima, con la loro ironia e il desiderio di una vita un po' più allegra, leggera e piena di sentimenti. Dalla cura della fotografia (un bianco e nero che sembra colorato, tant'è pulito) alla sceneggiatura, tutto parla di amore per il dettaglio e per la vitalità, nonostante le avversità di un periodo che da poco roseo si avviava a divenire nerissimo, e in poco tempo. 
E c'è spazio per la comicità (nella vita reale la comicità è dovunque, anche nei momenti più cupi!), soprattutto nelle vesti del fattorino del negozio, graziosa caricatura dell'ascesa sociale del periodo -e non solo.

Sono stati tratti due remake da questo piccolo gioiello, il più famoso dei quali è senza dubbio C'è posta per te (You've got mail), molto grazioso ma che trovo un po' più stucchevole e meno raffinato. Magari bisognerebbe riprendere il papà di entrambi, un pezzo di teatro di Làslo che si chiama Parfumerie.

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Le conseguenze dell'amore

Blade Runner 2049

La finestra di Orfeo - Orpheus no mado