Jeux interdits - Giochi proibiti

Di R.Clement, con B.Fossey,G.Poujouly. 1952

Mentre le colonne di sfollati cercano di raggiungere la campagna, sotto il fuoco nemico, Pauline resta orfana e riesce a portare con sé della sua vecchia vita solo il misero cadavere del suo amato cagnolino. In mezzo all'indifferenza generale la “ripesca” Michel, figlio di contadini, poco più grande di lei. I due diventano inseparabili e iniziano a costruire un piccolo cimitero per tutti gli animaletti molti dei dintorni, fino a quando il furto di croci che il progetto comporta non li mette nei guai.

Come recita il quadro d’inizio, il film è stato premiato alla biennale di Venezia perché è capace di restituire la poesia e l’eleganza dell’infanzia e di condannare ferocemente l’incuria colpevole degli adulti che questa infanzia oltraggiano orrendamente e impunemente. Chi decide alla fine del destino della piccola Pauline? Gli stessi adulti che arbitrariamente hanno deciso per la guerra, non hanno protetto adeguatamente i civili, si sono interessati a piccole beghe di vicinato invece di badare alle necessità spirituali degli innocenti, e si sono peritati, dopo, di “ridistribuirli” secondo le comodità contingenti.


La bellissima fotografia in bianco e nero pulitissimo si sposa con l’aspetto etereo, raffinato e irrealisticamente lindo dei piccoli protagonisti, a simboleggiare la loro purezza in un contesto umano rozzo e selvatico, là dove invece la natura potrebbe offrire un quadro quanto mai bucolico. È rimasta giustamente alla storia la famosissima colonna sonora, conosciuta anche a chi non ha mai sentito parlare del film, egregiamente interpretata da Narciso Yepes con una chitarra che restituisce fino all'ultima lacrima della tristezza di Michel e Pauline, per la Morte che li circonda e per il loro destino di negletti.

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