Matrimoni e Pregiudizi (Bride and Prejudice)

Con A. Rai, di G.Chadha. 2004

La trama ricalca fedelmente quella di Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen: Bingley e Jane (Jaya), e il triangolo (quadrangolo) Lizzie/Lalita, Darcy e Wickham (più Lydia/Lakhy). La sanno anche le pietre!


La particolarità qui è di aver reinterpretato tutto in versione Bollywood, sostituendo le differenze sociali con i rapporti a volte un po' tesi tra indiani e occidentali, percepiti spesso come neo-imperialisti. La critica italiana spesso ha mostrato di non apprezzare molto la "salsa curry" in cui è stato condito il canovaccio di zia Jane, ma io lo trovo uno dei migliori adattamenti del mio romanzo sentimentale preferito ad opera di un'interprete interessante, la stessa che aveva realizzato qualche anno prima Sognando Beckham. Se infatti non ho mai fatto mistero di trovare le trasposizioni classiche, a partire dall'ultima di J.Wright, particolarmente fredde e inespressive, qui vitalità e un po' di humour non difettano: si veda a tal proposito la "danza del cobra" della figlia secchiona, l'antica Mary, noiosa e pedante nei suoi siparietti musicali poco riusciti.

L'Inghilterra dipinta dalla Austen, nei piccoli borghi campagnoli così come a Bath, è piena di ragazze divertenti e spiritose, pronte a saltare addosso ad orde di militari in trasferta, dove sospette "fuitìne" capitano più che sovente, ci sono signore di mezz'età querule e invadenti e altre signore di mezz'età, più distinte e piene di buon senso, che aiutano le ragazze a capire se stesse, e soprattutto molto colore: corsetti, ventagli, nastri, belletti e ogni accessorio che possa colorare la vita dei protagonisti di romanzi immortali. Or bene, le traduzioni leccate del nostro cinema tradizionale riescono a raffreddare tutto il minestrone geniale di Jane come neanche un vento di brughiera!
Bollywood, invece, tra sari multicolori, balli sfrenati, numeri musicali chiassosi e divertenti restituisce un po' dell'atmosfera gioiosa e festaiola in cui Darcy ed Elizabeth si conobbero e amarono, e benché la scena finale sia abbastanza terribile, si recupera in brio con gli spassosi titoli di coda.

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