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Visualizzazione dei post da 2016

Tess

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Di R.Polansky, con N.Kinsky, L.Lawson, P.Firth. 1981 Figlia di un contadino che scopre di avere ascendenze nobiliari, ormai lontane e non più supportate da pecunia, Tess viene costretta a ricongiungersi al ramo privilegiato, ma ne trae solo una gravidanza indesiderata e non protetta da uno statuto matrimoniale. Alla morte del bambino, vorrebbe rifarsi una vita in modo modesto e onesto, ma tutti gli angeli che incontra sul suo cammino sembrano in realtà solo pronti a saltarle addosso e a giudicarla. Fedelissima trasposizione di Tess dei D'Urbervilles, è un film che merita davvero per il suo ritmo strano e lento che pero' non annoia, proprio come accadeva nel libro. L'afflato riflessivo che Thomas Hardy infondeva nella sua prosa è stato ripreso con efficacia e buon gusto: le pause, le lunghezze (non lungaggini) in cui la vita della protagonista si arena spesso; la persecuzione di una bellezza non richiesta e non esaltata, ma trascendente; l'onestà ai li

White House Down (Sotto Assedio)

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Di R.Emmerich, con J.Foxx, C.Tatum, M.Gyllenhaall. 2013 Mentre visita la Casa Bianca con la figlia, dopo aver elemosinato un posto nel corpo di difesa del Presidente, John Cale si ritrova nel pieno di un attacco terroristico ordito dalle stesse persone deputate alla tutela del presidente. Ci sono film che si fanno amare per la loro sottigliezza, altri no, e direi che questo rientra nel secondo tipo. Trattasi di B-movie fracassone, patriottico all'inverosimile e dalla trama assai scontata nato per impegnare un venerdì sera altrimenti privo di altri film, ma con la calura estiva e con un bel gelato in mano è non di meno godibile.  Channing Tatum è completamente inespressivo, potrebbe battere gente come Robert Pattinson senza problemi: ha il solo ruolo di essere belloccio e ben piazzato, e saggiamente non cerca di strafare. Foxx e la Gyllenhaal sorprendono un po' di più, in quanto ottimi attori prestati al film di cassetta. D'altro canto, perché non permettere anche a

L'Imperatrice Caterina (The scarlett empress)

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Di J von Sternberg, con M.Dietrich, L.Dresser. 1934 Sofia Federica era una bambina bella, buona e anche un po' ingenua cresciuta in Germania per divenire la sposa di un re. Mai avrebbe pensato di divenire Piccola Madre di tutti i Russi, e ancora prima, d'impalmare un folle inetto, unico a non riconoscere le sue doti di avvenenza ed intelligenza. Poco importa, perché la ragazza, di acume non comune, tento' dapprima di adattarsi alle stranezze della corte degli Tsar, e quando ne ebbe l'occasione prese il potere con un colpo di stato ben riuscito, grazie al doppio appoggio chiesa-esercito (soprattutto esercito!). Caterina di Russia occupa un posto di rilievo nel mio cuore sin dagli anni del liceo. Una donna incredibile, piena di risorse, di enormi velleità e di fascino straripante, capace di imprimere la sua impronta nella storia, nel bene e nel male, come pochissimi alti: Cesare, Elisabetta I, Napoleone... stiamo parlando di questo tipo di calibro.  Una tiranna i

Ali

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Di M.Mann, con W.Smith, J.Voigt, J.Foxx. 2002 Dieci anni di vita di Cassius Clay, o -come preferiva farsi chiamare dopo la conversione all'Islam, Mohamed Ali.Le sue idiosincrasie, le fissazioni, le donne, l'attività a favore dell'integrazione e il mancato sostegno alla guerra in Vietnam, che gli causo' non pochi problemi con le alte sfere e l'estromissione dal ring per cinque anni. Spesso acclamato come capolavoro, Ali è il vero apice della carrierra di Mann e forse la sua opera più emblematica. Non mi è piaciuto alla follia, ma è perfetto per fare un'analisi del cineasta. Mann sa filmare, e questo è un fatto: i momenti introspettivi sono il suo cavallo di battaglia. Il problema risiede nel ritmo lento, ponderoso e in quella connotazione didascalica che non manca mai in tutti i suoi prodotti. Il risultato del connubio tra inappuntabilità formale e stiracchiamento della trama, è spesso un film lungo, per non dire interminabile, come in questo caso. Nel

Si alza il vento

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Di Miyazaki H. Voce di Anno H. Musiche di Hisaishi J. 2013 Biografia di Horikoshi Jiro, ingegnere aeronautico che progetto', tra gli altri, lo Zero dell'aviazione giapponese. I suoi sogni di volo, l'amicizia onirica con Caproni (l'ingegnere italiano, non il poeta), l'amore per Naoko, donna dolce quanto forte. E poi naturalmente quella spiacevole, onnipresente consapevolezza che la realizzazione dei propri sogni meravigliosi viene utilizzata per sostenere i deliri imperialistici del periodo Taisho e della prima epoca Showa. Che poesia, che finezza, che perfezione! Che sceneggiatura! Che profondità! Che coraggio, introspezione, rigore, sincerità! In una parola, che capolavoro! Com'è possibile che agli Oscar 2014 questo gioiello sia stato surclassato da Frozen? Da due ragazzette scialbe immerse in un po' di neve? E come spiegarsi che in Italia sia stato distribuito per soli quattro giorni? Scandalo, follia e cecità. Miyazaki è sempre stato ne

César et Rosalie (E' simpatico ma gli romperei il muso)

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Di C.Sautet, con R.Schneider, S.Frey e Y.Montand. 1972 César è più vecchio, e fa un lavoro poco glamour, ma è sposato con la bellissima Rosalie, che lo ama teneramente. Ad un certo punto, pero', la coppia diviene trio suo malgrado quando una vecchia fiamma di Rosalie torna fra loro: è David, giovane, intellettuale, fumettista, l'anti-César. Rosalie non gli è certo indifferente, ma non riesce a risolversi tra i due, senza cattiverie ma anche senza solidità. Con una faccia cosi' (e il fisico è anche meglio), come fai a dirle qualcosa di cattivo? Un trio amoroso come ne esistono tanti nel cinema francese, sostenuto soprattutto dai suoi attori. Almeno, due su tre, perché l'interprete di David è abbastanza dimenticabile: non che sia malvagio, è che i due mostri sacri che gli hanno affiancato se lo mangiano a colazione. Questo squilibrio è un po' la pecca più grave dell'insieme, poiché rende poco credibile il profondo trasporto di Rosalie per que

Blue Jasmine

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Di W.Allen, con C.Blanchett, A.Baldwin, S.Hawkins. 2013 Jasmine resta vedova di Hal e il fisco la spoglia di tutti i suoi copiosi beni, dacché il defunto era un esperto di frode finanziaria. Depressa e non troppo equilibrata, finisce dalla sorellastra Ginger, che conduce uno stile di vita molto di verso dal suo standard: figli a carico, lavoro umile, fidanzato onesto e relativamente modesto. Questa è una di quelle volte in cui il caro vecchio Woody azzecca bene i personaggi e riesce a costruire davvero un bel film.  La regia resta tradizionale, ma elegante e pulita come sempre in casa Allen; il décor è rassicurante, entriamo in un mondo che conosciamo già, pieno di donne di infinita classe e disastrose nevrosi, di luci precise e nitide, di colori non aggressivi ma allegri nonostante tutto il resto. Gli attori sono perfetti per le rispettive parti. Baldwin interpreta con acume un personaggio detestabile talmente trasparente da esser davvero a tutto tondo solo nella mente c

Map to the stars

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Di D.Cronenberg, con M.Wasikowska, J.Cusack, J.Moore, R.Pattinson. 2014 Spaccato (se arrivate con coraggio alla fine, anche in senso letterale) di una finta società hollywoodiana fondata sull'ipocrisia e sulla mancanza di valori... ma direi anche sulla follia pura. Cronenberg non è un regista con cui ho un feeling particolare: gli riconosco alcuni bei film (anche bellissimi, quasi capolavori) come La promessa dell'assassino e A history of violence, ma per il resto passa da un risultato discreto (La zona morta) a delle grosse schifezze. Maps to the stars è stato incensato della critica per il suo essere graffiante, ironico e cattivo, ma la verità, triste, è che è solo cattivo.  D'accordo, gli attori sono bravissimi, tutti. Anche il ragazzino cui riempiremmo la faccia di schiaffi dopo trenta secondi di comparsa: vuol dire che recita benissimo la sua parte. Anche Pattinson di cui tutti lamentano  carenza espressiva, anche Julianne Moore alle prese con un ruolo pi

I fiori della guerra

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Di Z.Yimou, con C.Bale, N.Ni. 2012 Nel 1937, nel pieno della seconda guerra sino-giapponese, i giapponesi invasero Nanchino, la capitale, e non fu un momento storico dei più brillanti e felici che l'umanità ricordi. Un gruppo di scolare si rifugia in una chiesa cattolica romana alle porte della città, insieme ad un becchino costretto a fingersi il prete e ad un gruppo di prostitute bellissime. Ci sono i giapponesi del '37 fuori dalla porta del convento, il regista è Zhang Yimou, il committente lo Stato Cinese: secondo voi come può finire? Ecco, cosi'. Forse c'è un eccesso di melodramma, e magari anche di partigianeria (non è che i cinesi fossero proprio degli scolaretti, i giapponesi non erano gli unici Spietati al mondo), ma è un gran colossal dai mezzi abbondanti, che si vedono tutti, diretto da un maestro che conosce la tecnica alla perfezione ed è capace di commuovere come pochi. E infatti, se non vi scende la lacrimuccia, bisogna farsi controllare i dotti

Pierrot le fou (Il bandito delle 11)

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Di J-L.Godard, con J-P.Belmondo, A.Karina. 1965 Ferdinand fa il professore di Spagnolo, lavora per la TV, ha una moglie bella e ricca, è intellettuale e, soprattutto, si annoia. Incontra per caso un'antica fiamma, Marianne, e in un impeto di follia lascia tutto e parte con lei verso l'ignoto. La favoleggiata avventura si materializza in una serie di piccoli crimini e culmina in un omicidio e in un ritiro in Provenza, finché Marianne riprende una frangia della sua vita precedente (con una banda di briganti capeggiati da un nano) e Ferdinand, da lei ostinatamente chiamato "Pierrot", quasi per sbaglio, quasi per dispetto, si dà una morte colorata e sconvolgente. Il Sessantotto si avvicinava e Godard sicuramente percepiva il disordine serpeggiante di una borghesia colta ed esausta delle sue costrizioni, dei piccoli compromessi e delle grandi sconfitte esistenziali vissute in silenzio e nella negazione. Ci restituisce dunque delle caricature, con una protagonista t

Ted

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Di S.McFarlane, con M.Whalberg, M.Kunis. 2012 Da piccolo, maltrattato da tutti, John vede esaudito il suo desiderio che il suo orsacchiotto prenda vita. Il nuovo miglior amico dell'uomo si trasforma in un inno all'infantilismo permanente, circondato dai fumi della marijuana e dell'alcool (vario ed eventuale), cui John resta attaccato in modo patologico a scapito della relazione con la bella e vincente Lori. Lo spunto è divertente, e l'orsacchiotto sessuomane, sboccato e sfacciato oltre il limite, cosi' politicamente scorretto, è accattivante; finché la commedia resta centrata su questo aspetto, per quando piuttosto volgarotta, funziona e fa ridere. Il limite della vicenda è invece rappresentato dai personaggi umani: tanto funzionano Ted (cui è giustamente intitolato il film) e il personaggio metafumettistico di Flash Gordon/Sam Jones, quanto sono abbozzati i due imperfetti innamorati. Lori è banale e incomprensibile, sembra la donna in carriera degli an

Captain America: Civil War

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Di A. e J.Russo, con C.Evans, R.Downey Jr, S.Johansson, P.Bettany, J.Renner. 2016 Tratto dall'omonima saga a fumetti, racconta di quando l'opera tanto santificata dei supereroi comincia a produrre vittime "collaterali", gli innocent bystanders. La reazione degli alti papaveri NATO, ancorché comprensibile, è spinosa: registrazione dei supereroi in gruppo e supervisione delle missioni. Il gruppo degli Avengers si crepa, e poi si spacca.  Con mia parziale sorpresa, a guidare il blocco dei pro-NATO, Iron Man: mi aspettavo che il suo individualismo avrebbe tirato verso una maggiore libertà, ma a vincere sono il suo spirito imprenditoriale (che implica rispetto per le strutture di alto profilo) e il suo senso di colpa (è forse quello con più pasticci di cui sentirsi responsabile alle spalle, da Ultron in poi). Invece il Cap Mr Prissy Perfect, che avrei giurato più sottomesso all'autorità visto il suo passato da soldato volontario, rappresenta invece l'America

Point Break

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in effetti c'è anche una ragazza nel cast, ma in verità non gliene importa niente a nessuno! Di K.Bigelow, con P.Swayze, K.Reeves. 1991 Johnny Utah era una promessa del football, ma dopo una frattura del ginocchio si ritrova a investigare per conto dell'FBI su una banda di rapinatori gentiluomini che alleggeriscono le banche coperti da maschere di ex-presidenti americani. Sospetta che possano essere dei surfisti, viste le località e la stagione dei colpi, e seguendo questa pista conosce il gruppo del carismatico Bodhi. Il sequel di questo film mi sembra una cosa del tutto inutile e, se ho ben capito, anche molto malriuscita, perciò mi asterrò dal parlarne oltre. L'originale si gloriava di tantissimi pregi. Certo, qualche minimo difetto esiste, come l'evidenza che K.Reeves non sia sempre il massimo dell'espressività, o che alcuni passaggi logici non siano credibilissimi, ma trattasi proprio di dettagli ininfluenti. I pregi invece sono tutti da elen

Gender: ma il problema è il sesso, la semantica o una forma di ansia?

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Mi riallaccio al film di ieri per buttar giù qualche considerazione personale. Riassumo: Guillaume è un ragazzo brillante, bravo a scuola, affidabile e gentile, e profondamente femmineo. Tutti i suoi familiari sembrano convinti che "effeminato" e "omosessuale" siano sinonimi e sembrano non solo stupiti, ma anche un po' traditi dalla sua ammissione di eterosessualità. L'argomento in questo periodo mi sembra di particolare attualità. La società occidentale attuale si pregia di essere aperta e tollerante, ma più i sofismi si moltiplicano, più le accettazioni si fanno sbandierate, più mi sale il contatore del sospetto. Negli ultimi anni è tutto un sottile distinguo tra omosessualità, transgender, travestitismo e più di altre venti declinazioni di preferenze e orientamenti. Chiariamo subito: certo che preferisco un paese con un GayPride inutilmente scollacciato alle strutture totalitarie che prospettano la lapidazione o anche solo l'esclusione di c

Le garçons et Guillaume, à table (Tutto sua madre)

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Di e con G.Gallienne, 2013 Guillaume è un ragazzo un po' diverso dalla maggioranza dei suoi coetanei. Persino sua madre, chiamandolo a cena, lo separa dai suoi fratelli: è per lei la figlia che non ha mai avuto, e la relazione profonda tra genitrice e rampollo è piena d'amore, ma anche d'incomprensione. Guillaume adorasua madre e in generale le donne, vorrebbe carpirne la grazia... è femmineo, e gli viene incollata l'etichetta di omosessuale. Naturalmente l'ambiente intellettualoide chic e aristocratico di una certa società parigina -e non solo- ben si guarderebbe dal condannare l'omosessualità, anzi. E' una differenza da sbandierare, per tutti salvo che per Guillaume... per la sola e unica ragione che lui omosessuale non è. Senza giudizi, né moralismi, né irritanti affettazioni, Guillaume rivendica solo il diritto di essere com'è (e che gli lascino il tempo di capire com'è!), senza che qualcuno sia subito pronto a definirlo. Nell&#

Promised Land

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Di G. Van Sant, con M.Damon, F.McDormand. 2012 Steve e Sue, impiegati di una grossa compagnia del gas, devono convincere un intero paesello della Pennsylvania a cedere i diritti sulle loro terre, in modo da poter sfruttare il gas di scisto presente nel sottosuolo. Il gas è un prodotto in sé sicuro, ma cio' che si tenta di nascondere è come il procedimento di estrazione sia più pericoloso dell'annunciato. Il film parte con una certa ambizione, e vorrebbe situarsi a metà tra il film di denuncia in stile Hollywood (Erin Brockovich) e l'approccio indipendente e inusuale, dalla parte dei lobbisti (Thank you for smoking). Grosso problema, non riesce a centrare la via di mezzo ideale, e resta un ibrido né carne né pesce, laddove i due che ho citato, ognuno a suo modo, sono dei capolavori. Gli attori si impegnano, e la storia parte bene, profondamente sostenuta da quell'atmosfera molto "America Profonda" che ha un po' fatto la fortuna del regista, i

Le cœur des hommes (1 e 2, il terzo mi rifiuto)

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Di N.Esposito, con JP.Darroussin, G.Darmon, M.Lavoine. 2003 e 2007 rispettivamente Quattro amici appassionati di calcio, che si conoscono da tutta la vita e condividono sogni, dolori, successi e disillusioni. Manu il salumiere gran lavoratore che ha appena perso il padre, Antoine professore di ginnastica sconvolto dal tradimento dell'angelicata moglie, Alex traditore compulsivo che non potrebbe mai separarsi dalla consorte legittima e Jeff, maturo esperto di sport con un brutto divorzio alle spalle, una figlia sulla via dell'altare e una fidanzata che gli sembra troppo giovane e bella per lui. L'idea di base è molto graziosa, non capita spesso di vedere una versione maschile di quei film considerati per secoli appannaggio del gentil sesso, in cui i protagonisti passano un paio d'ore a raccontarsi (e raccontarci) le loro vicissitudini sentimentali. Il primo capitolo mi era piaciuto molto, l'avevo trovato particolarmente tenero, con qualche spunto

Il libro della Giungla

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Di J.Favreau, con le voci di B.Kingsley, B.Murray, S.Johansson, L.Nyong'o, I.Elba. 2016 Remake, piuttosto fedele, del classico d'animazione Disney anni '60, con Mowgli piccolo cucciolo di uomo allevato dai lupi nella foresta tropicale indiana. Suoi mentori la pantera Bagheera e l'orso Baloo, antagonista per eccellenza la vendicativa tigre Shere-Khan. Già il film d'animazione originale non è mai stato tra i miei preferiti di casa Disney, ma sono stata abbastanza delusa dalla prova di Favreau, che di solito mi piace abbastanza. La storia di formazione che procede un po' per episodi riprende la struttura originale del romanzo, ma a volte assistiamo a delle cadute di ritmo e altrove ad un eccesso di fretta. Ancora una volta sono dunque qui a lamentare una carenza di sceneggiatura, sebbene non cosi' grave come in altri casi.  Kaa prima maniera Talora qualche passaggio appare fine a se stesso, in particolare la sequenza di Kaa, che mi

Vertigo (La donna che visse due volte)

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Di A.Hitchcock, con J.Stewart, K.Novak. 1958 Scottie, ex-gendarme dal cuore tenero e sofferente di vertigini viene assoldato da un ex compagno di università per tenere d'occhio la moglie, labile di mente e ossessionata da una bisnonna suicida. Naturalmente il nostro Scott si innamora perdutamente della bellissima disturbata, e non riesce a salvarla da un tuffo da un campanile... Sebbene non sia il mio Hitchcock preferito, Vertigo ha qualcosa che affascina, nonostante al momento della sua uscita sia stato accolto freddamente. La critica e il pubblico si sono eviedntemente ricreduti perché qualche anno fa il film è stato votato miglior film di sempre, scalzando Orson Wells che col suo Citizen Kane deteneva il posto dagli anni sessanta. Non è tanto l'aspetto "giallo" che colpisce e resta impresso nella memoria, quanto quello "noir", e non sorprende che la sceneggiatura venga da un romanzo francese di quegli stessi che avevano scritto la base di Diab

Wild Target

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Di J.Lynn, con B.Nighy, R.Grint, E.Blunt, R.Everett. 2010 Killer professionista di impeccabile fama (discreto, rapido e indolore) viene ingaggiato per freddare un'adorabile falsaria, ma se ne innamora. La conduce a casa sua, nella meravigliosa campagna inglese, a villeggiare con un aspirante apprendista assassino e una madre degna di Psycho. Remake di una frizzante commedia francese (Cible émouvante), Wild Target mi ha conquistata con il suo humour leggero e noncurante, e l'aplomb assolutamente inglese dei suoi personaggi. Da noi non è mai uscito nelle sale, e me ne chiedo il motivo: troppo poco volgare? troppo d'oltralpe/oltremanica? troppo nonsense?  La regia è piuttosto convenzionale, e la trama non offre particolari sorprese, ma sembra uno di quei bei filmetti B come si deve, un po' cinema indipendente disimpegnato un po' pellicola televisiva, da guardare con tutta la famiglia perché sebbene i morti abbondino non c'è in scena una goccia di san

Philadelphia

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Di J.Demme, con T.Hanks, D.Washington. 1993 Andrew Beckett è un avvocato brillante impiegato presso uno studio prestigioso, improvvisamente licenziato dai soci anziani per presunta inaffidabilità: in realtà, perché hanno scoperto da una sua lesione cutanea che è malato di AIDS ed omosessuale.  Primo grande film ad aver affrontato il tema della duplice discriminazione dei gay e dei malati di AIDS, pur con tutti i suoi limiti rimane un gran film con cui il tempo è stato clemente. Nota di merito al cattivo, che è davvero detestabile Grazie ai due attori principali, bravissimi (con una mia particolare preferenza per Denzel Washington), non si può fare a meno di affezionarsi rapidamente ai personaggi, cosi' limpidi e fiduciosi nel sistema. E il sistema, sorprendentemente, risponde dimostrandosi all'altezza, rivelando il profondo amore dell'industri cinematografica e del pubblico dell'epoca per il genere processuale e per il trionfo della giustizia. Mi sor

Hitch - lui si' che capisce le donne

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Di A.Tennant, con Will Smith, Eva Mendes, 2005 Dopo una terribile delusione amorosa, il giovane Alex Hitchens aiuta altri uomini a conquistare le dame del loro cuore. Tra questi, il goffo ma intelligente Albert Brenneman, innamorato di un'algida (ma non troppo) principessa dell'alta società WASP. Ma durante il temp libero Hitch incrocia uno squalo, la giornalista Sara Melas, con cui colleziona gaffes a non finire. Commedia romantica per una volta godibile anche da un pubblico maschile, non ha pretesse ma offre diversi momenti di vere risate. Non è che si possa dirlo di tante commedie più o meno recenti. A me Will Smith in versione comica è sempre piaciuto, e tutto sommato lo rimpiango ancora nei panni del principe di Bel Air, in cui riusciva benissimo. Peccato poi spesso abbia preferito far da musa a Muccino, con risultati non sempre all'altezza el potenziale. La Mendes invece non mi è molto simpatica, soprattutto sembra la brutta copia di Jennifer Lopez: vorr

Le cronache di Narnia I: Il leone, la strega e l'armadio

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Di A.Adamson, con T.Swinton, J.McAvoy. 2005 Lucy è la minore di quattro fratelli sfollati nella campagna inglese durante la seconda guerra mondiale. Un giorno, in fondo ad un armadio, scopre la porta per uno strano mondo pieno di animali antropomorfi, bello e gelato, in preda ad tempo oscuro, e si porta dietro i fratelli Susan, Edmund e Peter. Costoro potranno cosi' conoscere il Leone Aslan, vero Re di Narnia, che sconfiggerà la fredda e crudele Regina Jadis. Le cronache di Narnia non è un libro di facile lettura: sembra un racconto per ragazzini anche un po' pedante ed è infarcito di simbologie cristiane più o meno evidenti da cogliere e interpretare.  In questa versione trovo che la Disney abbia fatto davvero un buon lavoro, regalando una patina glamour, visivamente curatissima, ad un racconto che potrebbe sembrare un po' freddo per punti, e magari eccessivamente didascalico.  Le personalità dei quattro fratelli sono molto interessanti, in particolare d

Zoolander

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Di e con B.Stiller, O.Wilson,W.Ferrel, J.Voight, M.Jovovitch, D.Duchovny. 2001 Derek Zoolander (Stiller) è un supermodello col cervello di un anguilla, il cui primato modaiolo sta per essere superato dall'astro nascente supercool di Hansel (Owen Wilson). Proprio a causa della sua incomparabile idiozia, Derek dovrebbe diventare la marionetta di un gruppo multinazioanle che mira a uccidere il primo ministro malese, colpevole di limitare il lavoro minorile (tanto utile all'industria della moda). Trattasi di commediola demenziale tutto sommato leggera che, snobbata all'inizio, nell'arco di quindici anni è diventata un vero cult, e probabilmente con ragione. Vediamo perché. A differenza di tante sue colleghe commediole cretine non ha pretese moralizzanti, e riesce fino in fondo nel suo ruolo demenziale senza degenerare in demente. Si concede anche le sue brave citazioni, dai film indie di Wes Anderson a 2001 Odissea nello spazio (ancora mi rivedo Hansel dava

Zootopia

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W.Disney studios, 2016 In un mondo popolato da animali antropomorfi, predatori e prede hanno imparato a convivere in appaarente eguaglianza di diritti. Ciononostante, è ancora praticamente impossibile per alcune categorie autoaffermarsi come vorrebbero: è il caso di Judy Hopps, coniglietta che vorrebbe fare il poliziotto, quando la categoria è normalmente occupata da elefanti, rinoceronti e giaguari. Testarda, e con il compare meno probabile della terra, una volpe, risolve un caso di rapimenti multipli, ma forse sotto la prima verità ce n'è ancora un'altra da scoprire... Ed è che la paura è un ottimo aiuto governativo, da sempre. Zootopia (o Zootropolis, come tradotto in Italia, non saprei dire perché) è un buon film d'animazione. Senza avere il genio di Inside Out o l'afflato poetico di un Re Leone, è una commedia interessante e ben strutturata, con una trama intelligente e non eccessivamente scontata, C'è un po' d'azione, un lato "buddy mov

50 volte il primo bacio

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Di P.Segal, con A.Sandler, D.BArrimore. 2004 Henry, veterinario alle Hawaï, fa il dongiovanni disimpegnato e soprattutto poco incline alla relazione durevole. Scopre di desiderarla intensamente dopo aver conosciuto una ragazza con un grave disturbo della memoria a breve termine, che non riesce ad immagazzinare nuove informazioni dopo un brutto incidente (praticamente come il paziente H.M.). La trama sembra esilina, e devo dire che mi aspettavo la solita commedia stravista con finale diabetico lietissimo e spaventosa ricrescita neuronale con ripresa di tutte le funzioni perdute (e acquisizione di upgrade). Con una certa sorpresa invece ci siamo imbattuti in un film carino, non certo memorabile ma guardabilissimo, che ci ha fatto divertire per lo spazio di una serata. Come spesso in queste produzioni il deficit neurologico descritto è teorico più che raro, ma non è un manuale di clinica che cercavamo. Devo dire che ho molto apprezzato la creatività che il protagonista mostra

Cruel intentions

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Di R. Kumble, con R.Witherspoon, S.M.Gellar, R.Phillippe. 1999 La trama di Le relazioni pericolose, ambientata nella New York altoborghese di fine millennio, riprodotta tra giovani universitari. A parte il quadro spazio-temporale, il resto è più che fedele.  La malvagia Merteuil, abbandonata dal suo amante per una giovane illibata (Cécile), vuole vendicarsi facendogliela trovare molto cambiata e a tal fine mette all'opera l'ambiguo amico Valmont. Questi si dedica inoltre ad una donna piena di virtù, Annette... Naturalmente il buonismo della chiusa tradisce la rilettura d'origine americana, visto che l'originale finiva in catastrofe.  Anche se la critica non è stata generosa con questa versione, io non l'ho trovata disprezzabile. E' divertente, abbastanza ben recitata, e fedele al suo ruolo di sottile denuncia. Molto efficacemente, sottolinea che i due problemi sociali delineati da Laclos non sono poi molto migliorati in due secoli, mutatis muandis: 1

Mia Madre

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Di e con N.Moretti, M.Buy, J.Turturro e G.Lazzarini. 2015   Margherita e Giovanni si occupano dell'anziana madre, ospedalizzata in gravi condizioni in cardiologia. La figlia, regista irrisolta ancorché famosa, si barcamena tra un film di cui non vede la fine, un attore che non sa gestire (Turturro) e il rifiuto feroce di accettare la situazione della mamma, anziana professoressa di lettere i cui studenti a decenni di distanza ancora ricordano come una figura fondamentale nelle loro vite.     Nanni Moretti è ancora uno dei miei preferiti e non mi ha deluso, ma non si puo' negare che sia invecchiato. Più malinconico, meno vitale, meno coraggioso. Nonostante resti in disparte, il fratello ingegnere Giovanni resta la figura più interessante per lo spettatore (a parte ovviamente la madre Ada): vorremmo sapere da dove viene la sua serena consapevolezza, che cosa lo spinge a rinunciare al lavoro, quale sia il suo percorso familiare... Il tema della perdita è trattato in

Uomini di parola (stand up guys)

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Di F.Stevens, con A.Pacino, A.Arkin, C.Walken. 2012 Val (Pacino) esce di prigione dopo 28 anni, e trova ad attenderlo il vecchio compagno di scorribande Doc (l'atro vecchio compagno non c'è perché è attacato alla sua bombola di ossigeno). Nodo della vicenda: Doc è stato tenuto in vita e inviato a recuperare Val per ucciderlo, su ordine del capo della polizia il cui figlio fu accidentalmente ucciso proprio dai tre. Storia scarna e regia poco immaginativa non rendono giustizia al trio di attori che sostanzialmente regge tutto il film. Anche in condizioni non superlative, i tre grandi vecchi si prodigano senza perdere in dignità (persino Pacino nella scena del priapismo... è tutto dire. Solo lui poteva cavarsela), ma anche senza offrire grosse sorprese. C'è molta ironia e autoironia, ma ancora più malinconia in ogni inquadratura, dialogo e inseguimento. E per sottolineare il senso di già visto, persino la Margulies nel ruolo dell'infermiera. Tutto sommato il

TAG BEST MOVIE

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Grazie mille al paio di uova fritte e al loro cuoco Marco per avermi nominata! Ho postato la foto del meme; Ringrazio Messer Neogrigio , ideatore dello stesso; Indico 5 film visti al cinema quest'anno (dopo); Indico altri blog che seguo: per favore, metteteci tutti quelli della colonna sulla sinistra del vostro schermo, senno' che la tengo a fare la colonna "dove curiosare"? No, non è per occupare spazio, sono link attivi! I FILM: Quest'anno sono andata al cinema un po' più dell'anno scorso ma sempre e purtroppo molto meno di quanto non avrei voluto. Sono andata a vedere -American Sniper (Antibes) -Asterix et les domains des dieux (Nizza Lingostier) -Age of Ultron (the Avengers II, sempre al Lingostier) -Inside Out (Antibes? Lingo? non mi ricordo!!) -Irrational Man (Antibes) -Spectre (Cagnes) -Episode VII, il risveglio della forza (Cagnes) Per scendere a 5 basta togliere gli ultimi due... proprio due delusioni. Invece in ordine di gra

Il magico potere del riordino

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Di Kondo Marie, 2014 Poiché il libro conta quasi duecento pagine, ve lo riassumo brevemente: le nostre case, sempre più piccole, sono sempre in disordine perché accumuliamo troppa roba che non ci serve e soprattutto che non amiamo. Dobbiamo tenere solo cio' che è davvero essenziale e finalmente ci sarà spazio intorno a noi. Parola d'ordine: BUTTARE! L'idea di base è interessante e naturalmente giusta.  Nonostante sia una notevole accumulatrice ho sempre buttato tanta roba inutile senza troppi sentimentalismi ed evito di comprare cosette insignificanti, che è anche un grande esercizio di risparmio (la maglietta di misto cotone del supermercato costa comunque almeno 15 o 20 euro... per farci un anno sempre malvestita te ne servono almeno cinque; preferisco magari comprare in saldo una camicia classica di una manifattura italiana, magari a 50 o anche 100, che uso per dieci anni perché non passa di moda e dopo centinaia di lavaggi non si è spostata di mezzo centimet

Erin Brockovich - Forte come la verità

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Di S.Soderbergh, con J.Roberts, A.Finney, A.Eckhart. 2000 Madre single di tre figli, Erin scopre che una grossa compagnia di gas ed elettricità sta inquinando suolo e acque di un paesino della California, i cui abitanti hanno cominciato a sviluppare tumori e altre patologie derivanti dall'esposizione cronica a cromo esavalente.  Storia vera, naturalmente un po' romanzata ma con parsimonia, che è giustamente valsa l'Oscar a Julia Roberts: anche i più scettici, che spesso la snobbano per i suoi ruoli ripetitivi, sono stati convinti dalla sua performance. L'argomento è importante, e la consapevolezza dei problemi derivanti da esposizioni ambientali è ancora embrionale sulla scala di una popolazione. Ho l'impressione che al di fuori dell'ambito europeo sia ancora meno sviluppata, perciò grossi processi combattuti da gente come la vera Erin Brockovich sono essenziali per tutti noi. La sua trasposizione filmica, cosi' popolare, è un bel tassello nella d