Groviglio di vipere

Di F.Mauriac. 1932

Louis pensa di essere sul letto do morte. Cardiopatico, vive in una villa in campagna circondato da moglie, figli (e loro sposi) e nipoti, che -secondo lui- non aspettano altro che dividere fra loro il "bottino", la larga fortuna accumulata in lunghi anni di pratica della Legge e di avarizia.
Approfitta delle lunghe giornate per scrivere un diario e spiegare in dettaglio al lettore come (e quanto) egli disprezzi tutti questi parenti infidi, e come il suo cuore si sia fatto sempre più duro, costretto e soffocato da un nido di vipere che non si puo' più sciogliere.

Mauriac ha ricevuto un Nobel, è uno scrittore raffinato dalla prosa asciutta, nitida e politissima. Questo suo breve romanzo epistolare, pero', con tutti i suoi contenuti lirici ed etici sul senso della vita, sulla ricerca della spiritualità e contro l'attaccamento ossessivo al dio Denaro, è soprattutto un esercizio di stile. E io oooodio gli esercizi di stile.

Per leggere le 160 pagine mi ci sono volute settimane, sere e sere in cui mi sono chiesta "ma dove vuole arrivare?" e mi sono trascinata per pagine rese pesanti dal rancore e dalla meschinità del suo protagonista. Quanto è petulante questo ometto! E mai, in questo mezzo secolo in cui si sarebbe distinto per eccesso di franchezza e percio' odioso alle bravi genti borghesi del suo tempo, si è degnato di chiedere apertamente alla moglie o ai figli spiegazione del loro comportamento. Non c'è un solo personaggio minimamente positivo in tutto l'affresco, sono tutti passivi e incapaci di difendere intellettualmente quei pochi trasporti affettivi da cui sono sfiorati (non certo travolti). Il peggiore di tutti, il figlio illegittimo del protagonista... un verme che neanche Holly Golightly ne avrebbe mai potuto vedere uno cosi'.

Mi dispiace, ma mi rifiuto di pensare che questo possa essere un ritratto fedele dell'Uomo, o anche solo di una piccola parte di società. Cinismo, vai via.



Commenti

  1. Questa storia mi fa venire in mente un episodio de Ai confini della realtà, ma fortunatamente non era così pesante!

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